Non c’è unanimità di giudizio tra i concorrenti di Telecom Italia rispetto allo scorporo della rete annunciato dall’azienda. Vodafone, Fastweb e Tiscali hanno illustrato le loro posizioni nel corso di un convegno organizzato dall’Agcom.
“Siamo assolutamente interessati a questo annuncio – ha detto il presidente di Vodafone Italia Pietro Guindani – ma per ora si tratta solo di una riorganizzazione interna, e allo stato non sembra un’operazione in grado di modificare il contesto competitivo’”, dove, ha ricordato Guindani, “Telecom concentra il 70% dei ricavi della telefonia fissa”. Certo, ha aggiunto Guindani, “siamo fiduciosi, ma servono altri passi per avere una effettiva terzietà della rete di accesso, che favorirà la competizione e scatenerà la domanda”. Il top manager di Vodafone ha rilevato che in Italia dal punto di vista della telefonia fissa vi è “un deficit di competitivita'”, poiché le regole “non hanno assicurato l’eguaglianza di input” a tutti gli operatori.
Decisamente più entusiasta il commento dell’amministratore delegato di Tiscali Renato Soru, che dice di “leggere con molto piacere la possibilità di cooperare tutti in una società della rete”. Per Soru, “non ci sono risorse” per fare più di una rete, operazione che “non avrebbe senso”. “Questa operazione può permettere innanzitutto di avere una infrastrutturazione meno a macchia di leopardo in Italia”. Nel sottolineare che “si è sbagliato in passato a non fare una società della rete per le Tlc” come è stato fatto per l’elettricità e per il gas, l’ad ha detto di aver appreso “con molto piacere che adesso c’è la possibilità di cooperare tutti in una societa’ della rete”.
Ragionamento opposto, infine, da parte dell’amministratore delegato di Fastweb, Alberto Calcagno: “Il modello di un’unica rete e di vari operatori che la colorano con lo stesso servizio non ci entusiasma. Noi non abbiamo paura di investire, l’obiettivo è costruire l’infrastruttura più estesa possibile”. Fastweb “non ha paura di investire ” e proseguirà con il piano che prevede per adesso la copertura a banda larga di 20 città con l’intento di proseguire in seguito sul resto del territorio.