Una mozione per guardare al futuro della Selex ES, gruppo Finmeccanica, e soprattutto per impegnare il presidente e la Giunta regionale della Toscana a richiedere urgentemente al Governo nazionale la convocazione di un tavolo di confronto sulle sorti degli stabilimenti toscani dell’azienda. L’atto pone in particolare l’accento sull’immediata nomina dei vertici di Finmeccanica e sulla garanzia di pieno supporto – congiuntamente con la commissione Emergenza occupazionale del Consiglio regionale della Toscana, all’attivita’ della rsu aziendale e alle organizzazioni sindacali – alla domanda di assoluta chiarezza sui piani strategici, sugli stabilimenti e sui posti di lavoro.
La mozione – primo firmatario il presidente della Commissione Emergenza occupazionale Paolo Marini (Fds-Verdi), seguito da tutti i componenti – è stata approvata dall’aula all’unanimità
Il piano di ristrutturazione presentato in questi giorni dall’azienda alle organizzazioni sindacali prevede la chiusura di 22 siti e un esubero di 1822 lavoratori, di cui 140 in Toscana. Da qui la mozione e l’urgenza di intervenire, guardando alla Toscana ma anche andando oltre confine.
Il senatore Gianni Melilla (Sel) ha presentato un’interrogazione a risposta in Aula, ai Ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico per sapere “quali iniziative intendano assumere per la ricerca di un accordo tra le parti sociali che tuteli l’occupazione e operi per il risanamento di un gruppo industriale strategico per l’Italia come la Selex ES”.
Selex ES ha presentato alle organizzazioni sindacali un Piano di riorganizzazione industriale che prevede una eccedenza di 1.938 lavoratori, di cui 840 diretti e 1.098 indiretti. Dal 1° luglio 2013 al 30 giugno 2015 la società ha annunciato la messa in cassa integrazione straordinaria a zero ore di 1.822 lavoratori, e sempre nello stesso periodo i restanti 10 mila lavoratori faranno fermate periodiche di cassa integrazione di 4 ore settimanali.
Ieri c’era stata adesione pressoché totale allo sciopero di 4 ore proclamato in tutta Selex Es. “La mobilitazione di ha lo scopo di costruire un gruppo con un piano industriale forte e che curi non solo la sua sostenibilità industriale e finanziaria, ma anche le persone e le competenze – spiega il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli – La Fim Cisl ritiene che si possa riaprire un confronto solo su basi nuove che contemplino l’utilizzo dei contratti di solidarietà che sono del tutto compatibili con le problematiche di Selex Es, per quanto riguarda i programmi qualificanti in cui è decisivo il ruolo delle istituzioni. La Fim Cisl chiede che venga aperto un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico che assicuri profondità nei programmi di modernizzazione digitale del paese”.