Tempo di shopping per Ericsson. L’azienda ha annunciato
l'acquisizione di Pride, società italiana specializzata nella
consulenza e nella system integration Ict che conta mille
dipendenti e vanta un giro d'affari di 120 miliondi euro.
"L'acquisizione si inserisce in un quadro strategico che
vede nei servizi Ict un fattore chiave nello scenario evolutivo del
mercato delle telecomunicazioni, caratterizzato da una sempre
maggior complessità in cui le reti fisse e mobili convergono e i
servizi ai clienti divengono sempre piu' avanzati – fa sapere
Ericsson in una nota -. Con l'integrazione di 1000 esperti Ict,
Ericsson consoliderà il proprio ruolo di riferimento per gli
operatori di telecomunicazioni, i service provider e le imprese
italiane”.
I termini dell'operazione non sono stati resi noti, ma il
closing dell'accordo è atteso entro il primo Febbraio
2010.
Secondo Cesare Avenia, Ad di Ericsson Italia e responsabile della
Market Unit South East Europe e Chief Brand Officer Ericsson
“l'acquisizione di un'azienda come Pride rappresenta un
traguardo importante perche ci permette di mettere a disposizione
del mercato italiano un approccio e una strategia completa ed
integrata, attraverso l'offerta di servizi di consulenza e di
system integration insieme ad una consolidata esperienza nello
sviluppo di servizi innovativi e tecnologicamente avanzati”.
“In questo modo, rafforziamo ulteriormente la nostra presenza
nello scenario economico italiano e il nostro ruolo nel promuovere
e sostenere lo sviluppo di processi innovativi per l'industria
delle telecomunicazioni, le imprese e il Sistema Paese”, rimarca
Avenia.
Del valore di questa acquisizione è convinto anche, Antonio
Giugliano, Ad e fondatore di Pride. "Sono orgoglioso di
annunciare questo accordo, che dimostra il valore di Pride, il
talento e le competenze delle nostre risorse, consolidato nei 20
anni di vita della nostra società – commenta Giugliano -. Sono
lieto che i nostri 1000 colleghi entreranno a far parte
dell'azienda leader mondiale nei servizi e nella tecnologia per
l'industria delle telecomunicazioni".
Negli ultimi cinque anni Ericsson nel mondo ha acquisito cinque
aziende nel settore dell'integrazione di sistemi e della
consulenza in Francia, Svezia, Australia, Spagna e Turchia.
Durante la presentazione dell'operazione, che si è tenuta oggi
presso la sede della Borsa Italiana in Piazza degli Affari a
Milano, location non casuale, i giornalisti hanno sottoposto sia
Avenia sia Giugliano a un fuoco di domande, che solo in piccola
parte hanno trovato risposta. Infatti, come detto, per il closing
dell’operazione ci vogliono ancora alcune settimane e
l’operazione stessa è al vaglio delle autorità di vigilanza per
la sua approvazione.
Alcune considerazioni sono comunque possibili. Si tratta di un
annuncio importante per entrambe le società. Ericsson Italia mette
le mani su una azienda solida anche da un punto di vista economica
che ha bisogno di andare all’estero per continuare crescere come
in passato. Dal canto suo Ericsson si porta in casa competenze
preziose che le consentiranno di dare impulso al suo fatturato e
riportare in positivo i conti puntando sui servizi di consulenza e
di system integration che sono asset con una buona dinamica di
sviluppo. In particolare il segmento dei managed services, ovvero
della gestione di reti per conto terzi. La filiale italiana della
multinazionale svedese ha al suo attivo un contratto con H3g che è
tra i più grossi a livello mondiale. Si stimano in 350 milioni i
clienti mobile “gestiti” da Ericsson.
Pride continuerà a operare come una azienda autonoma e anche il
logo sarà mantenuto. “Ericcson Italia – ha precisato Avenia – è
una realtà di 4100 persone, di cui 1100 impegnate nei tre centri
di ricerca di Genova (larga banda), Milano (link radio) e Pagani
(software di sistema). Siamo rimasti un baluardo nella ricerca
mentre tutti gli altri ritiravano le loro forze”.
In Italia viene realizzato il 5% del fatturato di tutto il gruppo
pari nel 2008 (ultimo anno disponibile) a 20 miliardi di euro. Il
gruppo ha installato più di mille reti in 175 Paesi. Il 40% del
traffico mobile mondiale passa sulle sue reti. L’acquisto di
Pride le permetterà di espandersi maggiormente nel settore delle
utilities dove l’azienda neoacquisita conta clienti importanti
come Eni, Enel, Iride, Gse, Sorgenia e Terna. Cosa se ne farà
Giugliano di tutti i quattrini che ha incassato? L’uomo, molto
comprensibilmente, ha scelto di non rispondere ma è probabile che
una parte li rimetterà in circolo nel settore dell’Ict,
finanziando qualche idea innovativa sulle frontiere avanzate del
Web, con la speranza di permettere ai figli di fare un giorno
affari d’oro come li ha fatti lui oggi, a 20 anni di distanza
dalla dondazione di Pride (allora erano in 7).