Ancora sfide per le telco dai player Ott: negli ultimi due anni, sui mercati di Stati Uniti e Canada, sono emersi nuovi service provider di Internet che forniscono messaggistica over the top e rischiano di trasformare profondamente un’attività fino ad oggi molto redditizia per i carrier. Questi messaging provider over the top non sono associati a uno specifico operatore di rete mobile: il loro servizio corre sfruttando un network broadband già esistente, di chiunque sia.
Gli americani li definiscono Nuvo, Network unaffiliated virtual operator, appunto operatori virtuali non associati ad alcun network, in questo diversi dagli Mvno, che invece sono affiliati a una rete mobile specifica. I Nuvo offrono servizi di comunicazione person-to-person basilari, come voce, sms e mms, ma a volte anche servizi aggiuntivi, sia su rete fissa che mobile, di solito destinati a device evoluti come smartphone, tablet e iPod touch.
Parliamo di aziende e servizi come Google Voice, Finger, Gogii, MediaFriends, Toktumi/Line 2, Enflick, TextMe, Fring. Per ora attivi in Nord America, ma interessati ad espandersi anche in Europa occidentale. Per usare i Nuvo occorre un nuovo numero telefonico Itu E.164, che viene assegnato all’utente al momento della registrazione al servizio; a quel punto si può interagire con gli altri utenti con messaggi di testo, telefonate o videochiamate. Non fanno parte dei Nuvo, invece, le aziende che hanno creato un ecosistema chiuso di messaggistica (non compatibile con gli ecosistemi di altri operatori) e chiedono agli utenti di scaricare una app proprietaria, come Whatsapp o Kik.
Nel 2010 e 2011, il numero e il peso dei Nuvo in Stati Uniti e Canada è fortemente cresciuto. Si calcola che gli iscritti a questi servizi siano tra 15 e 20 milioni e il traffico mensile di messaggi supererebbe i 5 miliardi. I provider maggiori hanno anche acquisito affidabilità e reputazione, riuscendo a liberare il loro sistema dalle spam e dai messaggi del tipo A2P (application-to-person) che esulano dalla comunicazione person-to-person. Negli Usa, l’anno scorso, l’associazione dell’industria wireless Ctia ha anche dato un formale riconoscimento a questi operatori stabilendo un nuovo insieme di linee guide per l’interoperabilità tra fornitori per gli sms che includono anche gli over the top.
I player del mobile sono del resto costretti a venire a patti con i cambiamenti del mercato. E non è detto che le conseguenze debbano sempre essere negative. E’ vero che l’olandese Kpn e altri operatori riferiscono che il loro traffico sms – e le relative revenues – sono in calo, in parte a causa dei provider di messaggistica Ott come Whatsapp (quelli con sistemi non interoperabili). In Stati Uniti e Canada, però, i Nuvo hanno scelto la strada dell’interoperabilità con gli ecosistemi di sms esistenti. Questo aumenta il loro utilizzo e l’appeal sui consumatori, unito ovviamente al fatto che la maggior parte degli Ott offre il servizio gratuitamente, finanziandolo con la pubblicità – un modello che ha finora funzionato bene: molti Nuvo sono già in attivo o vicini a generare utili.
In più, un operatore Nuvo e i suoi iscritti formano in qualche modo un social network: all’interno di questa rete di utenti si trova una piattaforma comune, quella che ciascun iscritto usa per comunicare non solo con altri utenti dello stesso Nuvo ma anche con gli abbonati di altri operatori o provider di qualunque tipo, purché usino sistemi di messaggistica standard. Questo vuol dire che i Nuvo possono probabilmente coesistere con gli operatori di rete mobile; forse eroderanno i loro guadagni, ma anche, dando nuova linfa vitale ai messaggi sms e mms, potrebbero allargare l’utilizzo di questi servizi, anche sui nuovi device, portando alla fine vantaggi per tutti gli attori dell’ecosistema, telco comprese.