Shuttle, missione rinviata “a data da destinarsi”

Un guasto agli alimentatori supplementari della navicella Endeavour fa slittare la messa in orbita. La Nasa ancora a lavoro per ripristinare le funzionalità

Pubblicato il 29 Apr 2011

Rinviato il sogno dello Shuttle. La missione che avrebbe dovuto
portare venerdì 29 aprile alle 15,47 ora locale (24.47 ora
italiana) in orbita l'astronauta italiano Roberto Vittori è
stata rinviata a data da destinarsi. La notizia ha gelato
l'entusiasmo di centinaia di migliaia di persone accorse sulla
costa della Florida per l'ultimo lancio dell'Endeavour.
"Problemi tecnici": più precisamente gli alimentatori
supplementari della navicella che con questo viaggio sarebbe andata
in pensione. La partenza è dunque rinviata fino a che la Nasa non
riuscirà risolvere i problemi alle turbine Auxiliary Power Unit
(Apu), importantissime perché servono a mantenere in pressione
l'olio del sistema idraulico che muove le superfici di governo
del velivolo, come il timone e gli alettoni. Una delle tre è
ancora fuori uso.

L’ultima missione – la Sts-134 – dovrebbe “cercare” nello
spazio particelle di materia e antimateria.  La missione
dell'Endeavour è a forte insegna tricolore. E non solo perché
a bordo ci sarà un astronauta italiano, Roberto Vittori, alla sua
terza missione con lo Shuttle, mentre ad accoglierlo nella Iss vi
sarà un altro italiano, Paolo Nespoli: per la prima volta due
italiani si ritroveranno insieme nello spazio.

Quella che partirà – non appena le condizioni tecniche saranno
ripristinate –  sarà una missione “italiana” anche dal punto
di vista scientifico. Compito principale dello Shuttle sarà
infatti portare in orbita e agganciare alla Iss l’Ams (Alpha
Magnetic Spectometer), un rilevatore di particelle progettato
proprio per essere collocato nella Iss e che cercherà,
“setacciando” miliardi di raggi cosmici con i suoi rilevatori,
di scoprire l’esistenza di tipi di particelle elementari che non
si possono riprodurre nella terra con gli acceleratori.
Particelle che potrebbero rivelare l’esistenza di antistelle e
antigalassie, o darci qualche indizio in più sulla natura della
materia oscura che dovrebbe costituire circa un quarto
dell’intero Universo.

Nell’Ams, che nasce dalla collaborazione ultradecennale fra 16
Paesi, l’Italia ha un ruolo di primo piano con l’Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare e l’Agenzia Spaziale Italiana e
l’Agenzia Spaziale Italiana. Uno sforzo testimoniato anche
dall’affidamento dell’incarico di vice-responsabile del
progetto Ams a Roberto Battiston, docente all’Università di
Perugia e presidente della commissione Infn di Fisica
Astroparticellare.

I ricercatori italiani si sono valsi del supporto di varie
industrie aerospaziali nazionali come Carlo Gavazzi Space, G&A
Engineering, Fbx-irst, Caen Aerospace, Euromec, RI-BA Composites,
Carso.

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