L'OPERAZIONE

Si scalda la partita per l’acquisizione di Oi: Tim Brasil rilancia

Dopo la discesa in campo della cordata capeggiata da Highline do Brasil che punta al business mobile del gruppo carioca, la compagnia presenta una nuova offerta vincolante con Claro e Telefonica

Pubblicato il 28 Lug 2020

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Si scalda la partita per l’acquisizione di Oi. Tim Brasil che aveva presentato una prima offerta per il business mobile del Gruppo, insieme a Telefonica Brasil e Claro, ha rilanciato, presentando una versione aggiornata dell’offerta vincolante, dopo che tra i pretendenti è spuntata una cordata capeggiata da Highline do Brasil.

“L’offerta conferma l’interesse di Tim per l’acquisizione degli asset mobili del Gruppo Oi e il suo impegno allo sviluppo del sistema di telecomunicazioni in Brasile, vista la consolidata esperienza a livello globale nel settore e la profonda conoscenza del mercato brasiliano”, spiega una nota.

“L’operazione, se si dovesse concludere con successo, porterà benefici agli azionisti e ai clienti grazie all’ulteriore crescita prevista, alle sinergie attese e al miglioramento della qualità del servizio – prosegue il comunicato – Inoltre, si prevede che l’iniziativa contribuirà allo sviluppo e alla competitività del settore delle telecomunicazioni in Brasile”.

L’accordo tra Oi e Highline do Brasil

La scorse settimana Highline, sviluppatore indipendente di soluzioni infrastrutturali per l’industria delle telecomunicazioni, ha presentato la migliore offerta vincolante per l’acquisizione delle attività nella telefonia mobile, in quanto la proposta era superiore al prezzo minimo fissato, ha reso noto Oi. L’operatore non ha fornito altri dettagli, ma la cifra che Oi cerca si aggira sui 2,5 miliardi di dollari. L’accordo di esclusiva è valido fino al 3 agosto ma potrebbe essere esteso.

L’accordo con Highline dovrebbe assicurare trattative veloci e sicure per la gara con cui Oi ha messo in vendita le sue attività mobili. Una volta completate le trattative, Highline avrà i requisiti per entrare nella procedura cosiddetta “stalking horse” (“primi offerenti”) – come per la cordata Tim-Claro-Teòefonica – e competere con altre offerte anche più alte che Oi potrebbe ricevere per i suoi asset.

Oi, che nel giugno 2016 aveva presentato domanda di protezione fallimentare per 19 miliardi di dollari, la più grande mai avvenuta in Brasile, è il quarto operatore del mercato telefonico del Paese. Nel primo trimestre dell’anno ha registrato ricavi netti in calo del 7% rispetto al primo trimestre 2019 e anche il margine operativo lordo è in frenata. il valore dell’operazione si aggira intorno ai 2,5 miliardi (cifra chiesta da Oi). Tim cercava una quota intorno al 50-60% equivalente a un impegno superiore al miliardo.

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