Prima dell’estate i soci di Telco, la finanziaria a cui fa capo
il controllo di Telecom Italia, hanno erogato un finanziamento
soci di 230 milioni di euro. Un finanziamento che la famiglia
Benetton non ha sottoscritto. E “sono proprio i documenti della
holding di riferimento di Ponzano Veneto, Sintonia sa, a spiegare
la finalità di quel prestito, ancora inutilizzato, che Telco ha
a disposizione”, nota Marigia Mangano de Il Sole 24 Ore:
“Reintegrare il debito delle banche o, in alternativa,
acquistare altri titoli Telecom Italia sul mercato da fornire in
garanzia nel caso fosse necessario”. E, considerato che il
titolo Telecom viaggia ormai lontano dalle soglie critiche “che
hanno portato la finanziaria a consegnare in pegno agli istituti
l’intero pacchetto di riferimento, pari al 24,5% di Telecom
Italia, si scopre oggi”, nota la Mangano, “che sulla carta
quelle risorse, ancora in cassa, potrebbero essere utilizzate per
rafforzare la presa sul gruppo tlc.
Ai prezzi attuali, investire 230 milioni significa acquistare
circa l’1,5% di Telecom Italia”. Non poco, soprattutto in
queste settimane in cui si discute sui futuri assetti finanziari
di Telecom Italia e sulla possibilità di divorziare da
Telefonica. “Probabilmente”, scrive ancora la Mangano,
“quel finanziamento potrebbe essere ora impacchettato nel più
ampio piano di rinnovo del debito di Telco su cui i soci stanno
ragionando”. In scadenza ci sono il finanziamento soci di
Mediobanca e Intesa Sanpaolo pari a 1,1 miliardi e la linea di
1,7 miliardi di UniCredit. “Di certo il fronte Telco è
caldo”, sottolinea la giornalista del Sole. “E anche a
Ponzano Veneto, dato che Sintonia è socia con l’8,5% della
finanziaria, si seguono con attenzione gli sviluppi”.
Ma le priorità di Sintonia, holding attiva nelle infrastrutture,
sono altre (il fronte Atlantia, la ristrutturazione di
Investimenti e Infrastrutture in vista del rilancio di Aeroporti
di Roma) e c’è da chiedersi se ci sia spazio per
“l’affaire Telco” nel caso fosse necessario un ulteriore
impegno finanziario. “Finora l’avventura nelle tlc è costata
cara alla famiglia Benetton”, conclude la Mangano. La stessa
decisione di quest’estate di chiamarsi fuori dal finanziamento
soci verso Telco sembra un segnale inequivocabile. “Certo,
tutte le opzioni sono aperte, ma nessuno probabilmente si
stupirà se alla fine la famiglia e i soci finanziari di Sintonia
preferiranno diluirsi piuttosto che staccare nuovi assegni per il
futuro del gruppo telefonico”.