La missione di Sirti per il 2011 è ritornare agli utili. Il nuovo
amministratore delegato Stefano Lorenzi è in carica da tre mesi e
indica la rotta. “L’obiettivo è riportare l’azienda
all’utile quest’anno e il primo trimestre è in linea con il
nostro budget”, dice al Sole 24 Ore.
Il gruppo riparte da un esercizio 2010 chiuso con un fatturato in
calo del 12% a 621 milioni e un Ebitda pro forma di 43 milioni,
contro 60 milioni nel 2009. Il rosso è sceso da 252 milioni a 25,5
milioni. “Lo scorso anno – spiega l’ad – è stata dedicata
molta attenzione alla ristrutturazione interna della società, con
la riduzione dei costi e del debito. Ora è tempo di tornare a
guardare ai volumi”.
Sirti, continua il quotidiano, ha ancora una ridotta
diversificazione sia settoriale che geografica, con un’alta
esposizione sulle telecom e sul mercato interno.
Quattro i settori su cui l’azienda intende puntare: oltre alle
telecom, su cui l’azienda si concentrerà sulle reti di nuova
generazione e sui servizi, i trasporti da sviluppare anche con
partnership internazionali. Il mercato dell’energia, cogliendo le
opportunità di mercato delle rinnovabili e delle smart grid.
Infine il settore delle infrastrutture tecnologiche, tramite
partnership ripetibili con prime contractor. Sirti tenterà inoltre
di bilanciare il mix di fatturato, che oggi è realizzato soltanto
per il 10% all’estero.
L’obiettivo è raggiungere una quota del 30-40% di fatturato
estero in cinque anni. Dopo il taglio di 400 dipendenti su 5mila,
Sirti punta sui prossimi 3-5 anni in attesa del piano industriale
che sarà pubblicato a breve.