TV SATELLITARE

Sitcom, con l’addio a Sky via l’80% dei dipendenti

Avviata la procedura per il licenziamento di 74 lavoratori su 94. Dal primo gennaio i canali del polo capitalino di produzione multimediale, rimossi dal palinsesto della Tv di Murdoch, erano stati riposizionati sul digitale terrestre

Pubblicato il 28 Mag 2014

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La Sitcom, la società che produce gli storici canali televisivi, ha deciso di tagliare drasticamente il proprio personale dipendente, avviando una procedura per il licenziamento di 74 lavoratori su 94. Alice, Marcopolo, Nuvolari, Leonardo, sono i canali più conosciuti del polo capitolino di produzione multimediale. Canali che sono stati rimossi dal palinsesto satellitare di Sky e riposizionati sul digitale terrestre, mietendo vittime tra i lavoratori della società in crisi. La denuncia viene da Dino Oggiano e Stefano Cardinali, segretari di Slc Cgil di Roma e del Lazio.

“Da diversi anni – affermano – in azienda si susseguono procedure di cassa integrazione e da mesi gli stipendi arrivano con forte ritardo. Nonostante i sacrifici sostenuti dai lavoratori non c’è stata da parte della dirigenza la capacità di rilanciare il gruppo Sitcom; al contrario, alcune iniziative imprenditoriali, come l’operazione Sportitalia, hanno peggiorato una situazione economica già molto compromessa”.

Nei programmi dell’azienda multimediale c’è l’idea di un nuovo assetto “leggero”, con pochissimi lavoratori dipendenti cui si affiancheranno gli ex dipendenti licenziati con contratti precari che avranno la durata della singola produzione. “I lavoratori che con la loro professionalità hanno costruito negli anni programmi di grande successo (di pubblico e di critica) come Casa Alice, Accademia Montersino, Romanzo Popolare e così via, andranno dunque a casa per lasciare spazio a un nuovo modo di fare televisione – continuano i sindacati – Un modello basato sulla precarietà e sulla mancanza di continuità. Una sconfitta per la televisione italiana indipendente a cui Slc Cgil e i lavoratori coinvolti intendono rispondere portando questa drammatica vertenza fra la cittadinanza e in tutte le sedi istituzionali regionali con l’obiettivo di bloccare una deriva di precarizzazione inaccettabile per l’intero sistema televisivo del paese”.

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