Sky Italia non prevede “il lancio di un pacchetto di canali gratuiti in chiaro” sul digitale terrestre, la sua strategia rimane “focalizzata sul core business”, mentre “la presenza di Sky sulla televisione free continuerà a essere garantita da Cielo, il canale in chiaro che nel mese di settembre ha toccato l’1,35 di share medio e che nel corso del 2014 è il canale nativo digitale cresciuto maggiormente rispetto allo stesso periodo del 2013: +74%”.
Così Sky Italia, in un comunicato, mette la parola fine alle notizie circolate ieri sulla possibile decisione, per la pay tv satellitare, di sbarcare in forze sul digitale terrestre con un pacchetto di canali gratuiti. Anche se a ben vedere qualcosa potrebbe ancora succedere, come ammette Andrea Zappia, Ad di Sky Italia, quando afferma che l’azienda sta valutando la possibilità di portare sul digitale terrestre i suoi canali all news. Un progetto che rimane comunque ancora sulla carta, e rispetto al quale non sono state definite modalità né tempi.
Ma tutto il mercato televisivo è negli ultimi mesi in subbuglio, a causa da una parte della crisi economica, che sta pesantemente penalizzando i ricavi di tutti i player del settore, e dall’altra per le nuove tecnologie che portano sempre più verso una confluenza tra il mondo dei media e quello delle tlc.
A ricostruire il panorama italiano e internazionale è oggi il quotidiano La Repubblica, che sottolinea come lo spauracchio all’orizzonte sia in questo momento Netflix, il gigante Usa che è già sbarcato in Europa e potrebbe presto arrivare anche in Italia. Per rispondere all’offerta online del new comer sia Sky che Mediaset sono presenti in rete, con servizi on demand come Sky online e Infinity.
E i cambiamenti tecnologici stanno mettendo a dura prova gli operatori del settore, che combattono sui mercati internazionali su due fronti: quello dei diritti degli eventi più importanti e seguiti, e quello della banda che serve per distribuirli: un campo di battaglia che potrebbe portare dritto alla convergenza tra Tv, telefonia e banda larga, dove nel futuro prossimo potrebbero pensare di giocare un ruolo anche i giganti dell’online, da Amazon ad Apple a Google.