I risultati dell’ultimo trimestre 2009 di eBay permettono di
gettare uno sguardo sulla performance di Skype, anche se dal 19
novembre è di proprietà del sito americano soltanto al 30%. Il
patteggiamento con Joltid, società dei fondatori di Skype, sembra
sia costato 343 milioni di dollari; come risultato dell’accordo,
Skype può continuare a usare la tecnologia di Joltid, incluso il
software Global Index.
Non è chiaro il periodo coperto dall’accordo o a quanto siano
ammontate le spese legali, ma il costo del patteggiamento non viene
considerato alto dagli analisti. Ebay ha venduto il 70% di Skype
sulla base di un valore di 2,75 miliardi di dollari e si parla di
una possibile Ipo che valuterebbe la società del VoIp a circa 4
miliardi.
Ma deludono i dati sulle vendite di Skype. Considerato che dal 19
novembre eBay possiede solo il 30% della società, Skype ha
contribuito per una somma di 112 milioni di dollari. Le vendite
complessive di Skype vengono dunque stimate intorno ai 166,5
milioni nel quarto trimestre. Un dato poco confortante perché
rappresenta un declino del 10% rispetto al trimestre precedente e
una crescita del 15% anno su anno: significa forse che Skype ha
fatto una brusca frenata?
I recenti dati (preliminari) forniti dalla società di analisi
Telegeography suggeriscono che Skype ha aumentato il suo share sul
mercato internazionale portandolo al 13%, segno che l’azienda
prima si è costruita una base di clienti e poi ha cercato di
monetizzarla. Si tratta della strategia giusta, ma le entrate
deludenti del quarto trimestre e le cifre di Telegeography indicano
anche che Skype ha successo soprattutto sul mercato Skype-to-Skype,
mentre i “veri soldi” sono nel servizio SkypeOut (chiamate
fisse e mobili a tariffe convenienti) e in SkypeIn (si paga un
fisso mensile e si riceve un numero di telefono). Dopo gli ultimi
mesi turbolenti (la causa con Joltid, l’incertezza sui piani di
vendita di eBay) e il lancio di Google Voice, gli analisti si
augurano che Skype non stia cominciando a perdere i clienti più
preziosi: quelli che pagano.