Huawei prova a tornare sul mercato degli smartphone 5G dopo lo stop forzato dalle sanzioni Usa, che hanno tagliato l’azienda cinese fuori dalla catena di rifornimento dei chip per i dispositivi mobili avanzati. Secondo quanto riporta il Financial Times, il colosso di Shenzhen potrebbe tornare a vendere i suoi modelli 5G dal 2023 nonostante il “ban” di Washington continui, perché userà i chip prodotti da aziende cinesi. Prima delle sanzioni americane Huawei usava i chipset Kirin progettati da HiSilicon e prodotti da Tsmc a Taiwan.
Le fonti del FT dicono che Huawei punta al rientro come priorità e per questo potrebbe accettare di impiegare chip meno avanzati rispetto a quelli cui aveva accesso prima delle restrizioni, ma che comunque abilitano allo standard mobile 5G e le permettono di uscire dall’impasse: Huawei è “l’unico vendor che vende telefoni 4G nell’era del 5G”, un vero paradosso, ha dichiarato a luglio Richard Yu, ceo del consumer business group della società cinese.
Smartphone riadattati alla tecnologia Made in China
Sul mercato arriverebbero dunque delle versioni modificate degli smartphone Huawei 5G, non modelli nuovi ma adattati a dei chip diversi, con una user experience probabilmente meno accattivante rispetto alla precedente generazione di smartphone 5G di Huawei o all’Apple iPhone 14.
Ma è urgente tornare sul mercato: come risultato delle sanzioni Usa decise nel 2019 – che impediscono al produttore cinese di accedere alla tecnologia americana per il 5G – Huawei ha visto crollare i ricavi del 50% nel 2021 rispetto al 2020.
“L’azienda non può aspettare all’infinito”, ha detto una fonte del FT. “Ha bisogno di riportare gli smartphone 5G sul mercato il prima possibile. Huawei ha perso il suo primato sul segmento dei cellulari a causa delle sanzioni americane già da alcuni anni e ora anche lo share sul mercato domestico è in flessione”.
L’opzione della custodia 5G
Un’altra soluzione cui Huawei starebbe lavorando per aggirare l’ostacolo del ban sulla tecnologia Usa è vendere i suoi smartphone 5G con una custodia dotata di chip che abilita allo standard mobile di quinta generazione, come quella prodotta dalla società di Shenzhen Soyea technology e già usata per la serie Mate 50 lanciata a settembre e venduta da China Telecom. Soyea ha sviluppato anche custodie 5G per il P50 Pro di Huawei.
“L’azienda sta facendo del suo meglio per attrarre clienti in un momento in cui la domanda è debole“, ha detto un analista con sede a Shanghai.
Il ban Usa resta uno svantaggio tecnologico
Will Wong, analista di Idc, afferma che per Pechino rilanciare Huawei è strategico e “Il progetto di autosufficienza tecnologica della Cina potrebbe essere uno stimolo che aiuta l’azienda a rientrare nell’arena del 5G”.
Molti esperti restano scettici perché non disporre di tecnologia americana per i chip mette Huawei in un forte svantaggio competitivo. Come afferma Douglas Fuller, analista dell’industria dei semiconduttori: “Ci vogliono anni per ricostruire una supply chain per il 5G, tanto che Huawei potrebbe essere pronta quando ormai saremo nell’era del 6G”.