Il mercato Usa degli smartphone cambia forma per effetto del lockdown e della crisi economica innescata dal coronavirus, con un revival, da un lato, delle vendite di iPhone, e un boom, dall’altro, di acquisti per i dispositivi con prezzi accessibili anche per chi ha perso il lavoro.
Nel secondo trimestre 2020, riportano i dati di Canalys, i produttori di smartphone hanno distribuito sul mercato americano 31,9 milioni di unità, pari a una flessione del 5% su base annuale ma con un incremento dell’11% su base trimestrale. La riapertura delle fabbriche in Cina alla fine di marzo e quella dei negozi negli Usa a maggio e a giugno ha reso possibile la crescita sequenziale.
Il prezzo medio di uno smartphone negli Usa è di 503 dollari, -10% rispetto al secondo trimestre 2019.
Apple-record: ha il 47% del mercato Usa
Apple e Samsung rappresentano sette su ogni dieci smartphone venduti, ma Apple stabilisce un vero record domestico con 15 milioni di iPhone distribuiti. La Mela ha venduto il 15% in più di iPhone 11, il suo modello di punta, rispetto al best seller del secondo trimestre dell’anno scorso, l’iPhone Xr. Con il lancio dell’iPhone Se, la quota di mercato di Apple negli Stati Uniti balza al 47% (+10% su base annua).
Samsung si è mantenuta anno su anno su livelli di vendita stabili, ma il suo dispositivo flagship, la serie Galaxy S20 5G, ha venduto il 59% in meno di quanto fatto con i modelli della serie S10 nel secondo trimestre 2019. Samsung cresce invece nei modelli low-end Galaxy A10e e A20. Lo share di mercato della sud-coreana è del 23,2% (-1%).
La terza nella classifica dei vendor attivi negli Usa è un’altra sud-coreana, Lg, che perde il 19% di quota di mercato, assestandosi all’11%. Quarta è la cinese Lenovo, in crescita dell’8% (market share del 6,9%). Crolla la quinta, la cinese Tcl (-43%). Anche per gli altri vendor la contrazione è importante (-34%). Solo la crescita di Apple e Lenovo riduce la flessione media del mercato al 5%.
Il governo finanzia gli smartphone low-cost
Il governo federale americano ha varato un programma, chiamato Lifeline, che finanzia in parte l’acquisto di smartphone per le fasce di reddito più basse. Siccome milioni di persone si sono trovate senza lavoro per effetto della crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19, le richieste di smartphone Android a prezzi molto bassi sono aumentate.
“Con il perdurare della crisi, è probabile che il segmento dei dispositivi mobili nella fascia di prezzo sotto i 400 dollari sarà sempre più rilevante, mentre Google e i produttori che usano il sistema Android aumentano l’esposizione ai consumatori con reddito medio-basso”, commenta l’analista di Canalys, Vincent Thielke.
Avanza il Made in China
Circa il 70% degli smartphone distribuiti negli Stati Uniti nel secondo trimestre è fabbricato in Cina, un incremento rispetto al 60% del primo trimestre e che non risente delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino. Secondo Canalys, le elezioni presidenziali di novembre saranno cruciali per la trade war, indirizzandola verso una distensione o, viceversa, un’escalation della guerra commerciale.
Il lockdown ferma il 5G
Thielke sottolinea ancora come la pandemia abbia impedito il decollo dell’adozione del 5G negli Usa, tenendo ferme a casa per mesi le persone e creando forti incertezze economiche. “I negozi chiusi e la paura del virus hanno limitato la possibilità di vedere e provare i nuovi modelli; inoltre molti consumatori non hanno grandi possibilità di spesa. Infine, le reti 5G tagliano fuori gran parte delle aree suburbane e gli acquisti di nuovi smartphone si sono indirizzati ancora sui modelli 4G”.
Tuttavia, l’analista di Canalys pensa che l’intensa campagna di marketing avviata dalle telco potrà nei prossimi trimestri far partire “un periodo pluriennale di transizione dall’Lte al 5G”.