IL PIANO INDUSTRIALE

Soffre il mercato italiano delle Tlc: Vodafone Italia annuncia 1.130 esuberi

La compagnia presenta la strategia ai sindacati: “Necessaria una revisione dell’organizzazione e una radicale semplificazione del modello operativo. Auspichiamo soluzioni sostenibili”

Pubblicato il 11 Mar 2019

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Esuberi in vista per Vodafone Italia. La compagnia ha presentato oggi ai sindacati il nuovo piano industriale che prevede tagli per 1130 unità.

“La spinta verso modelli di business più agili e digitali – spiega l’azienda – rende necessaria una revisione dell’organizzazione e una radicale semplificazione del modello operativo per continuare ad investire, garantire la sostenibilità futura e tornare a crescere”. In questa prospettiva Vodafone Italia ha deciso una ridefinizione complessiva del modello operativo e della conseguente “riduzione del perimetro organizzativo pari 1.130 efficienze appartenenti a tutte le funzioni aziendali”.

Dal piano emerge che la strutturale trasformazione del mercato e il drastico calo dei prezzi per la straordinaria pressione competitiva, in particolare nel segmento mobile, hanno portato ad una forte contrazione di tutto il settore delle telecomunicazioni.

Anche per Vodafone l’effetto combinato di questi fattori ha comportato nell’ultimo anno una sensibile riduzione di fatturato e margini. Nonostante lo scenario “Vodafone – spiega ancora la compagnia – ha mantenuto costante la propria strategia di investimenti in Italia e di differenziazione basati sulla superiorità di rete, la qualità del servizio e l’accelerazione sul digitale: dallo sviluppo delle reti di nuova generazione alla convergenza, dai nuovi servizi per le imprese all’innovazione del servizio”.

Sul piano industriale e conseguenti esuberi è stato avviato un dialogo con i sindacati che, auspica Vodafone, “possa proseguire in modo costruttivo con l’obiettivo e l’impegno reciproco di individuare quanto prima soluzioni sostenibili per le persone e per l’impresa”.

Per Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil, “in forza degli accordi fatti con l’azienda non c’è spazio per immaginare degli esuberi, siamo disponibili a mettere in piedi programmi di efficientamento, riconversione professionale, abbiamo tutti gli strumenti”. L’importante, dice il sindacalista, è che non si proceda “con atti unilaterali o traumatici”. Il sindacato, cioè, si dice pronto a prender parte “a una ricognizione precisa e a fare tutte le verifiche. Se questo è il tema noi siamo disponibili, in linea con quanto previsto dall’ultimo accordo con l’azienda che scommetteva proprio su un’analisi costante della situazione”.

Intanto l’Antitrust è pronta a sanzionare la compagnia per pratiche commeciali scorrette relative all’offerta in fibra. Già ad aprile 2018 il Garante aveva accertato la violazione del Codice del Consumo per aver omesso o non adeguatamente evidenziato informazioni all’utente, vietando espressamente il reitarsi della pratica scorretta. A seguito di successive indagini è emerso però che nella campagna pubblicitaria (cartellonistica, sito web e spot tv) tale pratica proseguiva. Pertanto l’Antitrust ha avviato il procedimento “per eventuale irrogazione della sanzione pecuniaria”: Vodafone ha 30 giorni di tempo per depositare atti in sua difesa.

La crisi Sirti

La crisi delle Tlc si fa sentire, oltre che sugli operatori, anche sulle aziende che si occupano della manutenzione e realizzazione delle reti. E’ il caso di Sirti che a febbrauo ha annunciato un pianio lacrime e sangue che prevede 833 esuberi annunciati su un totale di 4200 addetti, alias quasi un quarto della forza lavoro con tagli massicci previsti in quasi tutti i reparti e su tutto il territorio nazionale.

È il segmento delle Tlc (l’azienda opera anche nel campo dell’energia e dei trasporti) a pesare sulla decisione: nonostante i piani per la fibra e per il 5G l’ammontare degli investimenti non è sufficiente a garantire la sostenibilità. “Dopo un’approfondita analisi della domanda, attuale e prospettica, e delle dinamiche competitive nel settore delle telco in Italia”, l’azienda ha deciso per un nuovo “assetto organizzativo” della divisione infrastrutture per le tlc che si traduce in concreto, appunto, in 833 esuberi.

Il primo incontro in Assolombarda tra azienda e sindacati si è tradotto con un nulla di fatto con l’azienda che ha respinto le richieste dei sindacati che chiedevano una sospensione dei tempi della procedura di licenziamenti.

“La crisi del settore delle telecomunicazioni rappresenta un’anomalia tutta italiana, provocata da committenti come Tim che chiedono ribassi anche a gare già fatte. Così, si favoriscono piccole aziende che partecipano alle gare al minor prezzo e moltiplicano i sub-appalti  Anzi, siamo in presenza di sub-sub-sub-appalti”, dice Lo afferma Michele Paliani, della segreteria nazionale Uilm, a Catania per il corteo dei lavoratori Sirti a cui partecipano anche delegazioni provenienti anche dalla Calabria.

“Serve, quindi – aggiunge – una scelta di governo per la regolamentazione del Sistema Paese nell’approccio alle sfide della telecomunicazione. In questo contesto, poi, esiste uno specifico caso-Sirti. Diciamolo con chiarezza: la Sirti s’è comportata malissimo, perché storicamente nei suoi quasi cento anni di storia ha unito l’Italia nel settore delle tlc e non può certo adesso comportarsi come sta facendo. Appena due mesi dopo avere firmato l’accordo integrativo, l’anno scorso, ha dichiarato 234 esuberi per la commessa persa con Wind.

“Ora – osserva Paliani – si presenta con 833 esuberi che non possiamo certo accettare. Ciò vale particolarmente in Sicilia e Calabria, nel Meridione, già colpite duramente dal tracollo occupazionale. Noi, dunque, stiamo mettendo in campo una serie di azioni per contrastare questo disegno: al governo abbiamo chiesto da tempo un tavolo di settore, con l’azienda – conclude il sindacalista – siamo pronti al confronto ma soltanto se si vuole discutere partendo dall’obiettivo di esuberi zero”.

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