Il produttore di telefoni cellulari Sony Ericsson ha comunicato
martedì un utile netto in calo del 48%, a 11 milioni di euro, nel
primo trimestre, con vendite in flessione del 18,5%. I risultati
risentono anche del terremoto in Giappone. Un anno prima, la joint
venture di Ericsson e Sony, che celebra quest'anno il decimo
anniversario, aveva segnato un utile netto di 21 milioni di euro.
Tra gennaio e marzo 2011, il fatturato si attesta a 1,145 miliardi
di euro: il gruppo ha superato gli 8,1 milioni di cellulari
venduti, una cifra in calo del 23% anno su anno, giustificata dalla
serie di nuovi prodotti immessi sul mercato dalla concorrenza.
Il terremoto dell'11 marzo in Giappone ha pesato sui risultati,
rendendo il trimestre "difficile in termini operazionali"
e mettendo il gruppo di fronte a difficoltà nella catena delle
forniture ha spiegato l'amministratore delegato, Bert Nordberg
che ha proseguito affermando: "Continuiamo a valutare la
situazione". Nonostante gli utili inferiori, Nordberg ha
voluto sottolineare il mantenimento di una "redditività"
per il gruppo, che ha "accelerato il passaggio a un
portafoglio di smartphone con il sistema Android". Nel mercato
del sistema operativo di Google, nel quale Sony Ericsson vuole
affermarsi, Htc e Samsung sono i migliori players del momento e le
cinesi Huawei e Zte stanno diventando importanti contendenti grazie
ad un’offerta estremamente economica.
Gli smartphone hanno rappresentato il 60% del totale delle vendite
nel trimestre, mentre la quota di mercato della società per tali
prodotti è pari a circa il 5% in unità vendute e il 3% in valore.
Per il 2011, il gruppo si aspetta una "modesta crescita"
in unità vendute sul mercato mondiale per i telefoni
cellulari.
La sfida di Sony Ericsson sarà trovare il giusto bilanciamento tra
originalità e prezzi competitivi per attirare i clienti e
convincerli a spendere per servizi che non possono trovare su altri
apparecchi.