“Tiscali ribadisce di non aver ricevuto alcuna notifica o
comunicazione in merito alla presunta inchiesta in corso”. Con
queste parole la società guidata da Renato Soru precisa quanto
riportato oggi da molti organi di stampa che parlano di una
presunta inchiesta aperta dalla Procura di Cagliari che vede
indagati l’amministratore delegato e il Cda. “La Società
precisa altresì – si legge nella nota – di aver sempre agito
nella piena legalità e legittimità. Inoltre si precisa che
l’attuale presidente ed amministratore delegato Renato Soru nel
2005 non ricopriva alcun incarico societario nel Gruppo
Tiscali”.
L’inchiesta riguarderebbe lo scorporo di Tiscali Italia e Tiscali
service che i vertici avevano studiato nel 2005 per valorizzare la
controllata italiana in vista delle riorganizzazione degli asset
esteri. Secondo quanto risulta, i giudici avrebbero indagato 12
persone, di fatto l’intero Cda, il collegio dei sindaci e lo
stesso Soru, sebbene all’epoca dei fatti il manager non fosse
più alla guida della società, ma governatore della Regione
Sardegna.
Il reato ipotizzato dal Pm Andrea Massidda è quello di false
comunicazioni sociali e aggiotaggio: nel mirino dei magistrati
l’inserimento in bilancio di una plusvalenza di 162 milioni di
euro. Quello che Massidda sta cercando di appurare è se ci sia
stata una “sopravvalutazione” dello scorporo tra Tiscali Italia
e Tiscali Service, provocando un danno agli azionisti.
In precedenza la procura aveva indagato anche i consulenti che
avevano curato l’operazione, successivamente prosciolti.