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Sostenibilità, per l’80% delle telco è lo switch off del rame la chiave di volta



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Per il 67% bisogna spingere l’uso dell’IoT, per il 58% la leva è il cloud e per il 44% saranno il 5G e le nuove tecnologie di rete a consentire l’abbattimento di consumi e CO2. Lo studio di I-Com e Join Group

Pubblicato il 20 gen 2025

Federica Meta

Giornalista



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Le telco protagoniste della transizione “sostenibile”.Con lo switch off del rame che rappresenta la chiave di volta. È quanto emerge dallo studio “Il ruolo della sostenibilità nella creazione di valore per il settore delle Telecomunicazioni”, realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group Business Advisory nell’ambito di Futur#Lab, progetto di I-Com e Join Group con la partnership di Ericsson, FiberCop, Inwit e Open Fiber.

Tecnologie e sostenibilità

Lo studio, nel dettaglio, analizza il rapporto tra tecnologia e sostenibilità. Le nuove soluzioni tecnologiche sono penetrate nella gran parte delle funzioni aziendali, in particolare in un settore innovativo come quello delle telecomunicazioni.

In questo contesto, rispetto alle soluzioni che le aziende stanno proponendo ai propri clienti, in virtù dei benefici che questi porteranno alla sostenibilità, quello maggiormente individuato dai rispondenti è lo switch off dal rame (78%). Al secondo posto ci sono le apparecchiature IoT (67%), seguire a breve distanza dal cloud (56%) e dal 5G e le tecnologie di rete avanzate (44%).

Lo switch off dal rame è stata anche la soluzione più individuata per quanto riguarda il miglioramento dell’accesso ai servizi.

Per quanto riguarda invece le tecnologie più importanti per raggiungere i target Esg spicca l’Internet of Things, riconosciuto quasi da tutti come determinante; a seguire per valore complessivo di valutazioni ricevute troviamo la cybersecurity, il 5G, il cloud e l’IA.

“Va comunque sottolineato come, a prescindere dalle singole valutazioni, tutte le nuove tecnologie prese in esame sono state ritenute in grado di contribuire al percorso aziendale verso la sostenibilità”, sottolinea I-Com.

Relativamente all’efficienza energetica a spiccare è stato il 5G e le tecnologie di rete avanzate, selezionate dall’86% dei partecipanti all’indagine. In ambito riduzione delle emissioni a primeggiare è nuovamente il 5G, questa volta a pari merito con l’IoT.

Il 5G è stato individuato come determinante anche per ciò che riguarda l’ottimizzazione delle risorse, questa volta pareggiando con l’Intelligenza Artificiale. La soluzione maggiormente selezionata per la gestione dei rifiuti elettronici è invece la blockchain, mentre per l’inclusione digitale appare fondamentale la cybersecurity.

I piani di sostenibilità

Il 78% delle imprese ha infatti già realizzato un piano di sostenibilità mentre a redigere il Bilancio di sostenibilità è l’89%. Inoltre, la maggioranza ha definito degli obiettivi di neutralità carbonica, con il 56% che pone l’asticella al 2050 e il 22% che punta ad azzerare il proprio impatto ambientale addirittura entro il 203,0 facendo giocare al comparto un ruolo strategico nel processo di decarbonizzazione. Restano tuttavia aperte alcune sfide per superare gli alti costi e l’elevata complessità normativa che le aziende si trovano ad affrontare.

L’innovazione di processo

L’analisi approfondisce anche il tema dell’innovazione dei processi, in particolare l’uso di metodiche di impact design o design thinking. Le aziende che utilizzano questi approcci in tutti i processi sono solo l’11%. Nonostante ciò, oltre la metà delle imprese ha dichiarato che nella propria organizzazione sono stati avviati progetti pilota in quest’ambito (56%) e il restante 33%, pur non essendo ancora operativo, sta esplorando la possibilità di implementare queste metodiche di progettazione.

Tra i processi di innovazione orientati allo sviluppo di soluzioni sostenibili, quello maggiormente utilizzato riguarda la creazione di team multidisciplinari (67%), seguita dalla ricerca su materiali e processi ecocompatibili (56%). Il 44% delle imprese ha dichiarato invece di collaborare con startup o partner specializzati in sostenibilità.

Il nodo dei costi

Tra le principali sfide in cui le aziende del comparto telco si imbattono nell’integrare sostenibilità e innovazione, a spiccare a pari merito ci sono i costi elevati di implementazione delle soluzioni e la complessità normativa, indicate dal 44% delle aziende. Altre importanti barriere all’utilizzo delle nuove tecnologie per la sostenibilità sono la mancanza di competenze e la mancanza di fondi e incentivazioni (entrambe al 33%).

L’analisi evidenzia come le attività legate alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica rappresentino un vantaggio competitivo per l’organizzazione delle aziende del settore. Tutte hanno risposto in maniera positiva anche se con accezioni differenti. L’opzione maggiormente indicata è quella che identifica tali pratiche come un elemento importante per istaurare un rapporto di fiducia con i propri stakeholder (67%), il 56% pensa che rendano l’impresa più resiliente a rischi di natura reputazionale o sociale e che siano uno strumento di creazione di valore e profittabilità nel lungo periodo. Poco meno della metà ritiene le pratiche di sostenibilità come un elemento distintivo e/o un requisito per rimanere competitivi (44%), mentre il 33% le identifica e uno strumento per cogliere opportunità di tipo finanziario.

Le sfide in campo

Tuttavia, restano delle rilevanti sfide da affrontare per far proseguire in maniera congiunta i percorsi di sostenibilità e innovazione. In particolare, le aziende hanno espresso perplessità rispetto agli alti costi ed un’elevata complessità normativa, che rendono difficoltoso questo processo. Dall’indagine sono emersi spunti sui possibili incentivi che le autorità competenti a livello nazionale e internazionale possono mettere in campo per stimolare l’utilizzo di tecnologie più performanti e sostenibili. Parallelamente, è stato segnalato di porre maggiore attenzione al tema di un più agile accesso ai finanziamenti green per i progetti innovativi legati alla digitalizzazione e alla sostenibilità ambientale, come pure la creazione di un sistema premiante per le aziende innovative che hanno raggiunto le certificazioni di sostenibilità più diffuse. Allo stesso tempo, sarebbe opportuno insistere ancor di più sulla trasparenza e in particolare sull’armonizzazione sia delle metodologie di calcolo degli impatti ambientali delle reti di connettività, sia dei reporting di sostenibilità, così da garantire una migliore accuratezza dei dati e di conseguenza la loro compatibilità. Per gli stessi fini, andrebbero strutturati sistemi di certificazione e monitoraggio delle tecnologie sostenibili per verificarne empiricamente l’efficienza, evitando in questo modo fenomeni come quello del greenwashing e incentivandone l’utilizzo.

La deadline

Infine, secondo gli esperti, appare necessario definire una data coerente con gli obiettivi del Digital Decade per completare lo switch off delle reti in rame che risultano maggiormente energivore rispetto alle altre tecnologie a disposizione. In questa direzione, si auspica di introdurre tali tecnologie, a partire dalle reti in fibra ottica, nel Regolamento europeo sulla Tassonomia, così da favorire l’accesso alla finanza sostenibile e accrescere la consapevolezza del consumatore sugli impatti ambientali positivi di tali reti, così da accrescerne il tasso di adozione.

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