La Commissione Ue “prenderà attentamente in considerazione le implicazioni, se ce ne sono”, sull’operazione di acquisizione di Telecom Italia, della decisione di Agcom che chiede a Vivendi di ridurre la sua quota o in Mediaset o in Telecom Italia. Così un portavoce della Commissione Ue, che “prende nota” di quanto stabilito da Agcom. L’indagine dell’Antitrust Ue in base alle regole sulle fusioni “è limitata alla revisione dell’impatto di questa transazione sulla concorrenza”, ha precisato il portavoce.
L’Antitrust Ue sta al momento compiendo una revisione, in base alle regole Ue sulle fusioni, dell’acquisizione da parte di Vivendi del controllo esclusivo su Telecom Italia. L’indagine di Bruxelles è quindi relativa al solo impatto sul fronte della concorrenza su questa operazione della decisione di Agcom, e non riguarda la questione della necessità di garantire il pluralismo dei media sollevata dal Garante italiano.
Secondo il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, fa bene la Commissione europea fa bene a valutare le possibili implicazioni per la richiesta a Vivendi per ridurre la sua quota in Mediaset o Telecom Italia.
Agcom ha dato a Vivendi un anno di tempo per rimuovere la posizione vietata in Mediaset o in Telecom Italia. Lo ha deciso l’Agcom accertando l’influenza dominante di Vivendi in Telecom (dove ha il 23,9%) con i francesi che nel Biscione hanno il 29,9% dei diritti di voto contro il 39,7% finora di Fininvest. È la prima decisione dell’Agcom su questa parte della “legge Gasparri”, in particolare sui tetti di controllo nel settore media e telecomunicazioni.
“L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, alla luce degli elementi acquisiti nel corso dell’istruttoria, ha accertato che la posizione della società Vivendi non risulta conforme alle prescrizioni di cui al comma 11 dell’articolo 43 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, in ragione delle partecipazioni azionarie dalla stessa detenute nelle società Telecom Italia e Mediaset. Pertanto – si legge in un comunicato dell’Agcom – l’Autorità ha ordinato alla società Vivendi di rimuovere la posizione vietata nel termine di 12 mesi a far data dalla notifica del provvedimento adottato oggi e già notificato. Allo scopo di consentire all’Autorità di svolgere un’adeguata attività di monitoraggio, Vivendi è tenuta a presentare entro 60 giorni uno specifico piano d’azione che la società intende adottare per ottemperare all’ordine”.
L’Authority ricorda quindi che in caso “di inottemperanza all’ordine è applicabile la sanzione amministrativa” prevista dalla legge 249 del 1997: Vivendi rischia una sanzione del valore tra il 2% e il 5% del suo fatturato.