L'INTERVISTA

Spada: “Rete unica Tlc concetto superato, serve cooperazione”

Il presidente e fondatore di Eolo: “Le telco devono fare squadra per evitare inutili duplicazioni infrastrutturali e mettere a disposizione le proprie competenze con l’obiettivo di accelerare gli interventi pubblici previsti dal Bul ed eliminare lo speed divide”. E sui progetti dell’azienda: “Pronti alla sfida 5G”

Pubblicato il 31 Gen 2020

Luca-Spada-eolo

Dal ruolo “sociale” che svolge l’Fwa – in quanto valida alternativa alla fibra nell aree più remote – fino al dibattito sulla rete unica, passando per i piani di sviluppo dell’azienda: è un’intervista a tutto tondo quella che CorCom ha fatto a Luca Spada, presidente e fondatore di Eolo.

Perché il wireless si può considerare, a buon titolo, un complemento alla fibra?

Quando parliamo di modalità di accesso alla banda ultra larga dobbiamo combattere il preconcetto secondo cui un sistema di accesso sia superiore agli altri indipendentemente dal contesto. Ciascuna modalità ha infatti sue peculiarità, che la rendono più o meno idonea a fornire internet nelle diverse zone del Paese. Indubbio beneficio delle reti Fwa (Fixed Wireless Access) è la facilità di essere messa a disposizione degli utenti, in quanto gli operatori non devono pesantemente pre-investire in posa di nuovi cavi o di infrastrutture, la cui carenza, si sa, è uno dei principali problemi che dobbiamo affrontar ma possono modulare l’investimento in funziona dell’effettiva domanda di mercato. L’infrastruttura di Eolo è un esempio, le nostre oltre 3.000 Bts sono disposte in tutta Italia prevalentemente nei cluster C&D, ovvero nelle aree sub-urbane e rurali, con lo scopo di abilitare alla banda ultra larga zone che altrimenti sarebbero difficili o economicamente insostenibili con connettività basate su cavo.

In pratica, cosa significa?

Questo permette di raggiungere con un servizio di qualità le cosiddette aree bianche e cioè le zone, come quelle rurali, caratterizzate da digital speed divide e che, per loro caratteristiche orografiche, sono state per anni escluse dal processo di digitalizzazione del Paese. L’Fwa in questo senso è il complemento ideale alle tecnologie Ftth (adatte a contesti maggiormente urbanizzati) e noi ci crediamo sin dal 2007, con la nascita del servizio Eolo. In 13 anni abbiamo fatto nostra questa tecnologia e grazie al nostro team di Ricerca e Sviluppo abbiamo potuto realizzare importanti upgrade sia nel software che nell’hardware.

Qual è il valore aggiunto della tecnologia wireless?

La mission di Eolo, portare Internet dove gli altri non arrivano, conferisce automaticamente un alto valore sociale al business in cui operiamo e all’interno del quale siamo leader. Poter portare la banda ultra larga anche nelle zone periferiche del Paese è un importante vantaggio per tutto il territorio italiano, poiché una digitalizzazione omogenea è il veicolo più importante per accelerare l’uscita dalla condizione, ormai anacronistica, di un Paese a due velocità. Il tessuto economico italiano infatti si caratterizza per l’elevato numero di piccole e medie imprese presenti nei territori dei c.d. Cluster C&D – alcune caratterizzate ancora da digital speed divide – vere e proprie eccellenze locali che necessitano di un servizio internet di alta qualità per poter competere a livello nazionale e internazionale. Basti pensare al Turismo, uno degli indiscussi motori dell’economia del Paese, e di quanto sia vitale l’accesso alla banda ultra larga per questo settore, sia per promuovere le bellezze del nostro territorio in tutto il mondo sia per poter offrire ai clienti servizi oggi imprescindibili.

Com’è cambiata la tecnologia dall’Adsl all’Fwa?

La tecnologia Adsl ha consentito di portare la larga banda dagli inizi degli anni 2000 sfruttando l’esistente rete in rame sviluppata dal dopoguerra in poi per il servizio telefonico. Purtroppo le prestazioni, soprattutto in uplink, erogabili non sono più in linea con il tempo e la costante usura dei cavi in rame porterà in futuro a un decremento ulteriori delle bande disponibili. Il Fixed Wireless Access (Fwa) è invece una particolare tecnologia che sfrutta le onde radio per portare la banda larga e ultra larga laddove non è possibile il passaggio delle reti fisiche per motivi tecnici o per scarsa convenienza economica da parte degli operatori. Negli ultimi anni le tecnologie Fwa si sono costantemente evolute, sia a livello prestazionale, sia a livello di frequenze radio impiegabili. Oggi grazie all’utilizzo delle c.d. frequenze millimetriche a 24-28GHz è possibile disporre di una tale quantità di spettro radio da poter abilitare velocità in accesso prospettiche fino a 1Gigabit con le stesse caratteristiche tipiche di prevedibilità, costanza, affidabilità e garanzia delle tecnologie Ftth. Grazie alla costante ricerca e sviluppa interna Eolo negli anni è riuscita a più che decuplicare la velocità di banda rispetto a quella offerta agli esordi dalla connettività Adsl con la volontà di portare anche nell’estrema provincia italiana, banda ad alte prestazioni, paragonabile a connettività in fibra.

Come si sposa l’Fwa con il dibattito sulla rete unica?

Vorremmo sottolineare che il concetto di rete unica è ormai abbondantemente superato dai fatti. In Italia, soprattutto a livello politico, si continua a indicare la rete Telecom come “l’unica” disponibile nel Paese. Era vero 10 anni, ma negli ultimi due lustri si sono sviluppate reti di rilevanza nazionale (come la nostra di Eolo) che sono diventante un asset del Paese e permettono a milioni di persone di accedere alla rete con velocità moderne. La mappatura delle “aree bianche” è ferma a 4 anni fa, la situazione ad oggi in Italia è nettamente diversa e moltissime sezioni si sono “annerite” nel corso degli anni. Tanto è che abbiamo esortato Infratel ad avviare una nuova consultazione pubblica sul tema, attività che dovrebbe essere eseguita ogni anno secondo le indicazioni della Commissione Europea che ha autorizzato gli interventi di Stato italiani per avviare le gare per la realizzazione della rete pubblica Bul.

Su cosa si dovrebbe, invece, concentrare l’attenzione della politica e del mercato?

Noi riteniamo che il dibattito sulla “rete unica” dovrebbe concentrarsi su trovare modalità per fare squadra fra le reti costruite e in costruzione da parte degli operatori, evitare inutili duplicazioni infrastrutturali e mettere a disposizione le proprie competenze per accelerare finalmente gli interventi pubblici delle gare Bul e togliere dallo speed divide anche le ultime aree rimaste bianche.

In questo scenario, come si sta muovendo Eolo?

Ci consideriamo i “Campioni dei Cluster C&D” perché nessun altro Operatore ha investito tanti fondi privati come noi in questi territori. In questi anni abbiamo maturato una significativa conoscenza del territorio nazionale che ci ha permesso di raccogliere gli elementi utili allo sviluppo della tecnologia radio a banda ultra larga più adeguata ed efficiente. Infatti sin dal 2007 Eolo investe nelle potenzialità del wireless poiché crediamo fortemente che, grazie alle sue caratteristiche tipiche, questa tecnologia sia il supporto ideale per abbattere le barriere del territorio e portare internet anche in provincia, risolvendo in maniera sistematica e capillare il cosiddetto digital speed divide che troppo spesso ancora indice in maniera negativa sul nostro Paese, escludendo intere zone da uno sviluppo coordinato e coeso. Dal 2007 ad oggi sono stati investiti oltre 600 milioni di euro nell’espansione della rete e in specifiche attività di ricerca e sviluppo. La rete Eolo ad oggi è utilizzata da oltre 1.3 milioni di persone, principalmente nelle zone d’Italia ancora erroneamente definite come “aree bianche”.

Sul fronte investimenti, invece?

Solo nel 2019 sono stati spesi 80 milioni e nel prossimo triennio si prevedono nuovi investimenti per oltre 300 milioni di euro. Questo per poter essere sempre i primi in questo settore, all’interno del quale occorre sviluppare una esperienza che sia focalizzata sulle particolarità della tecnologia e del servizio. Questo ci ha permesso di ideare una tecnologia unica, particolarmente adatta alla complessa orografia del territorio italiano, una soluzione wireless che potesse fare la differenza e che fosse veloce e a basso impatto installativo. EoloWave nasce nel 2010 con questo scopo, e permetteva accessi a 10 mega, la sua evoluzione, nel 2015 è stata EoloWaveCube, che ha permesso di raggiungere i 30 Mega. Quest’ultima tecnologia ha avuto il suo naturale upgrade in EoloWaveG, su frequenze millimetriche a 28GHz, che permette velocità di accesso di oltre 100 Megabit con latenze inferiori ai 2 ms. Siamo gli unici a poter fornire questa velocità del servizio in wireless e nelle zone di provincia.

Quali progetti avete in cantiere?

Stiamo già lavorando all’evoluzione di EoloWaveG anche in chiave 5G che alzerà le velocità di accesso fino a 1Gigabit nel corso dei prossimi 3 anni. Non solo: anche buona parte dei siti ripetitori che utilizziamo è proprietaria e quindi, anche in caso di assistenza, abbiamo procedure più snelle per gestire le emergenze. Attualmente abbiamo a disposizione oltre 3.000 ripetitori, in continua crescita, per diventare sempre più capillari in tutte le regioni.  Negli ultimi 4 anni abbiamo inoltre fortemente sviluppato la rete di backbone e backhauling in fibra ottica che oggi collega oltre il 30% delle Bts, un’investimento necessario a garantire tutta la banda adeguata alle nuove tecnologie di accesso a oltre 100Megabit.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!


Who's Who


Aziende


Argomenti


Canali

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati