EXIT STRATEGY

Spazio, servizi dual use leva di crescita economica

Al primo workshop Apduss esperti e istituzioni a confronto. Il ministro della Difesa Di Paola: “In Italia settore di punta in grado di creare sviluppo e occupazione”

Pubblicato il 02 Feb 2012

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Il settore spaziale può essere una leva di crescita e competitività dellì’Italia. È quanto emerso ieri al primo workshop della neonata Apduss (Ambassador Platform for Dual –Use Space – based Services) a cui hanno partecipato tra gli altri il ministro per la Difesa, Giampaolo di Paola, Marco Airaghi, consigliere del Ministro della Difesa per il Settore Aerospaziale, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Enrico Saggese, e il capo del dipartimento applicazioni integrate dell’Esa Amnon Ginati.

“In un momento difficile per il nostro Paese – ha detto il ministro Di Paola – la parola chiave è crescita, intesa come investimenti nei settori dell’alta tecnologia, che inducono sviluppo. Il settore spaziale in particolare è in Italia un settore di punta che crea innovazione e occupazione. Un’occupazione solida che deve affermarsi nel nostro Paese e in Europa”.

Se il ruolo guida appartiene al governo, ma soprattutto all’Asi, ha proseguito Di Paola, “lo spazio è però un bene comune e di rilievo non solo per quelli che lavorano in questo settore ma per tutti, perché non c’è ambito della vita nel quale lo spazio non sia fondamentale, dalle comunicazioni alla geo-localizzazione, dall’osservazione della Terra alla sicurezza. Uso e accesso allo spazio sono quindi asset fondamentali e perciò l’Italia deve continuare ad investire in questo settore. La Difesa stessa continua ad investire e crede che la sinergia tra militare e civile sia la scelta vincente che permette di raggiungere obiettivi che separatamente sarebbe quasi impossibile raggiungere”.

“Parte degli sforzi che stiamo sostenendo sono promossi dalla Difesa. Ora servono idee di sviluppo che devono portare a servizi ed attività che creino occupazione – ha precisato Enrico Saggese, presidente dell’Asi – Per prima cosa – ha spiegato – nell’approccio duale per le infrastrutture, sia per la navigazione, che l’osservazione della terra e le telecomunicazioni, la parola chiave è sicurezza: sistemi come Opsis, Athena Fidus, Cosmo SkyMed e Sigma nascono come sistemi duali. Poi si è passati a vedere se si poteva sviluppare anche un’operatività duale, che chiamerei “istituzionale”, nella cui gestione interviene la Presidenza del Consiglio dei ministri”.

Quindi, ha sottolineato Saggese, “non sconfiniamo nel commerciale, ma rispondiamo ad un bisogno infrastrutturale. Nascono così E-Geos e ASItel, il primo nell’ambito dell’Osservazione della Terra e il secondo con il compito di servire le necessità istituzionale nazionali nell’ambito delle comunicazioni”.

Sulla scorta di questi concetti, ha proseguito il presidente di Asi, “si può parlare di applicazioni (telemedicina, e-government), intese come sistema integrato con le infrastrutture e l’operatività, perché lo sviluppo delle applicazioni sul modello, Tech Push non ha funzionato, non portando ad una occupazione stabile”.

Come la gestione duale delle infrastrutture può portare a servizi integrati per il civile e per il pubblico? “Esempi – ha detto Saggese – sono Bluemassmed, per il controllo marittimo del Mediterraneo, oppure la telemedicina, utile in territori con sviluppo inferiore al nostro; infine Meteoscope, per avere su aerei di aviazione generale e ultraleggeri informazioni meteo in tempo reale. Sono tutti casi in cui lo Stato da vita ad un servizio che risponde alle esigenze del cittadino, per cui ‘fisicizziamo’ delle tasse che il cittadino paga”.

Per Marco Airaghi, consigliere del Ministro della Difesa per le Attività Spaziali, “dobbiamo restare leader nel settore spaziale, leadership che abbiamo dagli anni 60, perché solo chi sarà forte in questo settore nel prossimo futuro potrà trattare nel consesso internazionale. Sono anche convinto che i sistemi duali siano la chiave di volta per ottimizzare le risorse. Dobbiamo fare sistema, a partire dagli enti locali fino alle istituzioni nazionali e mettere a fattor comune le esigenze tipiche del settore militare (security) e del settore civile”.

Ricordando i risultati già raggiunti, Airaghi ha sottolineato il successo di Cosmo SkyMed, del quale “siamo orgogliosi, perché è il migliore sistema al mondo nel suo genere ed è un esempio concreto di come si possa fare integrazione tra esigenze civili e militari”.

Infine, Amnon Ginati (Esa) ha sottolineato che “l’Agenzia spaziale europea ha creato il programma Iap (Integrated Application Promotion) per lo sviluppo di sistemi operativi integrati, con l’obiettivo di promuovere nuovi utilizzi di capacità spaziali già esistenti, guardando alle esigenze degli end-user. Occorre sviluppare applicazioni che creino occupazione, perché destinate ad un pubblico che le utilizzerà, comprandone i servizi”.

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