LA SENTENZA

Stop alla vendita di iPhone in Cina, Qualcomm vince la prima battaglia sui brevetti

Un tribunale cinese ha emanato due ingiunzioni preliminari contro la Mela che, secondo il chipmaker, “continua a beneficiare della nostra proprietà intellettuale e si rifiuta di pagare l’indennizzo”. Ma Cupertino smentisce e annuncia azioni legali: “Tutti modelli restano disponibili”.

Pubblicato il 10 Dic 2018

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Qualcomm ha ottenuto da un tribunale cinese lo stop all’importazione e alla vendita in Cina di sette diversi modelli di Apple iPhone, perché, indica la sentenza, violano due brevetti del chipmaker di San Diego. Lo ha comunicato Qualcomm stessa in una nota per la stampa, specificando che il tribunale popolare di Fuzhou in Cina ha accolto le richieste presentate da Qualcomm garantendo due ingiunzioni preliminari  contro quattro sussidiarie cinesi di Apple.

Il tribunale ha ordinato di interrompere immediatamente le pratiche che violano due brevetti Qualcomm attraverso l’importazione senza licenza, la vendita e le offerte di vendita in Cina dei seguenti modelli: iPhone 6S, iPhone 6S Plus, iPhone 7, iPhone 7 Plus, iPhone 8, iPhone 8 Plus e iPhone X. I due i brevetti erano stati ritenuti validi in precedenza da Sipo, l’ufficio brevetti cinese.

Qualcomm aveva fatto causa in Cina a fine 2017 per ottenere il bando degli smartphone di Apple. La decisione favorevole al chipmaker è arrivata dallo stesso tribunale che a inizio anno ha vietato temporaneamente l’importazione in Cina di alcuni chip del produttore Micron Technology.

Il tribunale di Fuzhou ha riconosciuto, in linea con quanto sostenuto da Qualcomm, che Apple ha violato due brevetti software di proprietà di Qualcomm relativi all’adattamento e ridimensionamento delle foto e alla gestione delle immagini sullo schermo touch.

“La nostra relazione con i clienti è per noi un elemento prioritario, e preferiamo rivolgerci raramente ai tribunali, ma siamo anche profondamente convinti della necessità di proteggere i diritti relativi alla proprietà intellettuale”, ha affermato Don Rosenberg, executive vice president and general counsel di Qualcomm. “Apple continua a beneficiare della nostra proprietà intellettuale e allo stesso tempo si rifiuta di indennizzarci. Queste decisioni giudiziarie sono un’ulteriore conferma della forza del vasto portafoglio di brevetti di Qualcomm“.

Apple ha replicato contrattando il produttore di chip: “Gli sforzi di Qualcomm per mettere al bando i nostri prodotti sono un’altra mossa disperata avanzata da un’azienda le cui pratiche illecite sono sotto inchiesta dei regolatori di tutto il mondo”, si legge in una nota del colosso di Cupertino. “Tutti i modelli di iPhone restano disponibili per i nostri clienti in Cina”, ha aggiunto Apple, indicando che utilizzerà “tutte le opzioni legali possibili”.

Apple potrebbe apportare dei cambiamenti al suo software per evitare di utilizzare i brevetti di Qualcomm e continuare a vendere i suoi iPhone in Cina, osservano gli esperti sentiti da Reuters.

I brevetti al centro delle ingiunzioni preliminari del tribunale di Fuzhou non sono gli stessi contestati in altre cause legali che vedono contrapporsi Apple e Qualcomm, la cui disputa resta aperta su più fronti. Qualcomm ha chiesto anche ai regolatori degli Stati Uniti di vietare l’importazione di una serie di modelli di iPhone per violazione di brevetti, ma per ora le autorità americane non si sono pronunciate a favore del chipmaker di San Diego. Qualcomm ha chiarito nella sua nota che “ulteriori azioni legali che cercano simili misure contro le violazioni di Apple relative ad altri brevetti di Qualcomm sono in attesa di giudizio in Cina e altri paesi del mondo”.

A settembre Qualcomm ha accusato Apple di averle sottratto segreti commerciali e di averli condivisi con la rivale dei chip Intel.

La querelle sui brevetti tra i due big è iniziata nei primi mesi nel 2017 con Cupertino che denunciava Qualcomm per azioni anticoncorrenziali nelle licenza sui brevetti per la connettività. Apple sostiene che il chipmaker fa pagare prezzi troppo elevati per la sua proprietà intellettuale e adotta un comportamento anti-concorrenziale. Secondo Qualcomm, invece, la Mela avrebbe imbastito “una campagna pluriennale di condotta inappropriata e ingannevole per carpire informazioni e segreti commerciali di Qualcomm”. Qualcomm l’anno scorso ha segnalato anche che le è stato impedito il controllo del codice sorgente del software che condivideva con Apple. Apple usava i chip di Qualcomm per gli iPhone, ma da quest’anno è passata a Intel per i nuovi iPhone XS e XS Max e XR.

Qualcomm ha una causa antitrust in corso negli Stati Uniti con la Federal trade commission. Il mese scorso il giudice federale ha emesso una decisione preliminare dicendo che Qualcomm deve dare in licenza i suoi brevetti anche ai rivali dei chip come Intel, ma il colosso di San Diego continua a tentare la via del patteggiamento per ottenere un esito più favorevole.

Anche in Europa l’antitrust ha aperto un fascicolo su Qualcomm, accusata della vendita di chipset sottocosto a danno di Nvidia e del produttore software britannico Icera.

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