“Il 5 è uno dei passaggi tecnologici fondamentali che abbiamo davanti. Non soltanto perché è destinato a migliorare le qualità delle comunicazioni mobili, e quindi del modo in cui utilizzeremo in futuro i nostri smartphone e i nostri tablet, ma soprattutto perché segnerà un passaggio epocale nel campo dell’Internet of things”. Lo afferma Carmine Stragapede, direttore vendite Data Center Group di Intel Corporation, delineando le prospettive e le opportunità aperte dal nuovo standard su scala mondiale.
Stragapede, Sul 5G sono ormai partite le “grandi manovre” dei grandi player della tecnologia e delle tlc su scala mondiale. Perché tanto fermento?
La prospettiva del 5G è per Intel uno dei fattori chiave del futuro: la nostra visione è legata al fatto che, nel tempo, qualsiasi oggetto avrà intelligenza a bordo e la capacità di essere connesso alla rete. Così, se iniziamo a pensare nella logica di una grande rete, non più soltanto di smartphone e Pc, ma di quei 50 miliardi di oggetti che Gartner prevede da qui al 2020, dobbiamo per forza chiederci come avverrà questa comunicazione, e in questo il 5G svolgerà un ruolo strategico. Sarebbe scorretto infatti pensare al 5G come a una semplice evoluzione dell’Lte: sarà l’innovazione tecnologica wireless che abiliterà definitivamente l’Iot, e che come conseguenza avrà anche il netto miglioramento della qualità e della diffusione dei servizi multimediali. È un passaggio nodale, e per questo in molti si candidando a guidare la trasformazione e ad arrivare per primi. In questo quadro c’è da essere orgogliosi del fatto che Intel sia stata la società che ha appena messo sul mercato il primo modem 5G di portata globale.
Quali sono le caratteristiche principali che rendono così importante il 5G?
L’evoluzione è legata a tre elementi distintivi rispetto alle tecnologie precedenti: la velocità, la latenza e, come dicevamo, la capacità di connettere gli oggetti. Per dare la misura dell’innovazione introdotta dal 5G e dell’impatto che avrà, può essere utile dire che oggi un modem 4G wireless di qualsiasi operatore, se conta su una buona connessione, può offrire velocità da 40 megabit al secondo: con il 5G si passerà a 10gigabit, o ai 15 che si ottengono al momento in laboratorio, con connessioni quindi circa 300 volte più veloci rispetto a quelle che oggi sono più performanti. L’altro aspetto fondamentale per l’IoT è la latenza, cioè il tempo necessario per stabilire la connessione ad alta velocità tra due oggetti. Se, come oggi, la latenza è di circa 100ms, diventa difficile utilizzare l’IoT in settori strategici come la guida autonoma, dove c’è bisogno di comunicazione tra gli oggetti in tempo reale, e dove l’istante o una frazione può essere determinante per evitare una collisione. Con il 5G la latenza passa da circa 100ms a meno di 3 millesimi di secondo: da qui la possibilità di ottenere nuove soluzioni tecnologiche, che ad esempio nel campo dell’IoT renderanno possibile la connettività tra veicoli, il cosiddetto V2V, e quindi la guida autonoma.
Nella seconda metà del 2017 inizierà la distribuzione del novo modem 5G. Quali sono le sue caratteristiche principali?
Si tratta del primo circuito integrato in radiofrequenza che supporta sia le frequenze sotto i 6ghz, sia quelle dello spettro delle onde millimetriche, comprese nella banda tra i 30 e i 300 Ghz, ad altissima frequenza, in una porzione di spettro che si colloca tra le microonde a infrarosso e consente una comunicazione wireless ad altissima velocità. Traducendo queste caratteristiche in ambito applicativo, vuol dire abilitare i servizi multimediali più avanzati, con video ad altissima velocità e alta definizione o addirittura poter supportare lo streaming video proveniente da più telecamere, fino alle più avanzate applicazioni nel campo della realtà virtuale e della realtà aumentata. Il 5G e l’IoT portano infatti con sé una serie di applicazioni importanti, tra le quali quelle legate all’intrattenimento. Ovviamente insieme al modem Intel rende disponibili anche le piattaforma tecnologica su cui sperimentarlo: diamo a chi realizza l’ecosistema e la possibilità di utilizzarlo sul campo. La piattaforma l’abbiamo rilasciata già nel primo trimestre 2016, e tutti gli operatori telefonici di primo piano l’hanno utilizzata.
Come si posiziona l’Italia nella sperimentazione e nella propensione all’investimento sul 5G?
A livello di sperimentazione sul 5G l’ingaggio e la proattività degli operatori italiani è notevole, non vedo ritardi dal punto di vista della comprensione dell’opportunità, mentre forse il Paese è un po’ indietro nella messa a punto e nell’adozione di piani industriali sufficientemente aggressivi per l’installazione in scala. Ma più in generale il problema attuale dell’Italia è che a fianco di numerose aziende che stanno facendo innovazioni importanti non c’è un adeguato supporto dal punto di vista finanziario. Il rapporto tra numero di startup che nascono e quelle che riescono ad avere un impatto globale è insufficiente: questo è dovuto alla carenza di investimenti, non alla mancanza di competenze. In altre parole, non abbiamo un sistema finanziario capace di far decollare le nostre intelligenze. Mi auguro che si riesca a invertire questo trend, grazie anche al buon lavoro che sta facendo Invitalia con Invitalia ventures. Noi come Intel facciamo tutto il possibile per dare il nostro contributo, come è successo con l’acquisizione di Yogitech, azienda nata nel 2000 a Pisa. Un’eccellenza specializzata nella produzione di soluzioni hardware e software nel campo dei sistemi avanzati di guida assistita, nella robotica e nelle macchine autonome per segmenti di mercato come l’automotive, la manifattura e altri sistemi dell’Internet of Things che richiedono elevati standard di sicurezza funzionale.