Inwit, il primo tower operator italiano, mette nella sua roadmap “un ruolo di primissimo piano nelle infrastrutture di telecomunicazione del paese, includendo il 5G e tutte le altre soluzioni tecnologiche“. Lo ha affermato Michelangelo Suigo, Direttore external relations & communication di Inwit, intervenendo alla tavola rotonda “La sfida del digital divide: come spingere la banda ultralarga”, all’interno del secondo appuntamento dell’evento Corcom-Digital360 “Telco per l’Italia”.
Dopo la fusione degli asset di Tim e Vodafone, Inwit conta 22mila torri nel nostro paese, e ha “la distribuzione capillare e la capacità di ospitare apparati Tlc di tutti i player italiani, a partire da Tim e Vodafone ma includendo tutti gli altri”, ha affermato Suigo.
Parte fondamentale del piano strategico della tower company è “la realizzazione di infrastruttura dedicata alla copertura indoor con apparati come le small cell“, ha sottolineato Suigo. “Il 5G renderà necessario integrare i macrositi con i minisiti. Penso a luoghi coperti o chiusi come stadi, scuole, ospedali, fabbriche: i settori sanità, formazione e Industria 4.0 potranno beneficiare al massimo del 5G”.
Le coperture indoor sono realizzabili “in modo più veloce e a costi inferiori, sono efficienti e hanno un minore impatto visivo e ambientale rispetto ai siti tradizionali”, ha detto Suigo, aggiungendo però che “i siti tradizionali restano indispensabili: senza infrastruttura non si erogano servizi”.
“Certo c’è un problema nella realizzazione delle infrastrutture sia tradizionali che innovative”, ha proseguito Suigo, accennando alle ordinanze di 500 Comuni contro il 5G o ai lunghi iter autorizzativi per gli scavi. “Dobbiamo spingere sulle semplificazioni o perderemo il vantaggio acquisito sul 5G e sul mobile, e accelerare sulla posa della fibra”. “L’Italia del futuro passa dal 5G, come recita il Manifesto pro-5G firmato da un gruppo di think-tank italiani”, ha ribadito Suigo, “e Inwit ritiene che serva uno sforzo da parte di istituzioni, imprese e cittadini sul 5G, superando paure infondate e fake news. Solo con questa sana alleanza di sistema riusciremo a colmare il digital divide”.
Suigo ha concluso dicendo che, per spingere i progetti sulla banda ultralarga, sarebbero utili degli interventi normativi ad hoc e radicali. “A meno di clamorose sorprese, il Decreto semplificazioni annunciato dal governo non basterà: per me potrebbe rendersi necessario un intervento risolutivo come una legge obiettivo per il 5G”, ha affermato il top manager. “Così riusciremmo davvero a cambiare il paradigma e a non perderci in ostacoli burocratici e altri problemi quotidiani, che tutti gli operatori Tlc incontrano nell’avere autorizzazioni e permessi, e si darebbe una grande spinta alla realizzazione di tutte le infrastrutture”.