Sul tavolo di Bernabè un dossier “segreto” sul caso Sparkle

Secondo quanto rivela il quotidiano Libero il vero motivo del rinvio del Cda a metà aprile sarebbe dovuto all’esame di un faldone prodotto da Deloitte secondo cui gli ex vertici dell’azienda erano a conoscenza delle frodi commesse nel periodo 2003-2007

Pubblicato il 25 Mar 2010

Dietro la decisione di rinviare l’approvazione dei conti 2009 di
Telecom Italia ci sarebbe, secondo Libero, un dossier riservato che
da qualche giorno è approdato sulla scrivania
dell’amministratore delegato, Franco Bernabè. Un faldone di
documenti che la Deloitte, insieme al nuovo amministratore delegato
di Telecom Sparkle, Andrea Mangoni, ha raccolto su mandato
dell’azionista all’indomani dell’inchiesta della procura di
Roma. La Deloitte, riporta Libero, ha acquisito copia della
documentazione in mano ai magistrati e scavato a fondo nella sede
di corso Italia a Roma anche su tutta la corrispondenza fra il
management della controllata e la società madre.

Il compito della struttura di legal account di Deloitte è stato
puramente investigativo per offrire all’azionista documenti e
analisi sul rapporto fra controllata e controllori che hanno
portato ai numeri arresti (da Gennaro Mokbel a Silvio Scaglia fino
all’ex amministratore delegato di Telecom Sparkle, Stefano
Mazzitelli). Secondo fonti interne al gruppo, il fascicolo, per ora
provvisorio, fornirebbe all’azionista elementi anche seri sulla
conoscenza fin negli alti vertici di tutto il business operato
dalla controllata nel periodo 2003-2007. Non c’è al momento
prova schiacciante sulla conoscenza da parte del top management di
Telecom Italia di quegli anni anche delle operazioni fittizie
servite ad aggiustare i bilanci di Sparkle ma gli indizi non sono
pochi, continua il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, e
comunque gli elementi essenziali delle operazioni Sparkle sarebbero
stati forniti anno per anno alla capogruppo sia in occasione della
presentazione dei budget sia come pre-informativa
all’approvazione dei bilanci. Ipotesi questa che era stata presa
in considerazione anche dalla magistratura, vista l’entità delle
somme poste sotto sequestro cautelativo: 298 milioni di euro.

Gli elementi raccolti da Deloitte, su cui viene mantenuto il più
rigoroso riserbo, secondo le indiscrezioni raccolte da Libero,
porrebbero al nuovo management di Telecom Italia, e quindi a
Bernabè e al presidente Gabriele Galateri di Genola, anche
l’ipotesi di un’azione di responsabilità nei confronti del
management precedente, ovvero il consiglio di amministrazione di
cui era presidente Marco Tronchetti Provera con Carlo Buora
amministratore delegato.

Il tema è delicato e Libero ammette di non aver trovato conferma
ufficiale da parte di Telecom Italia, ma sarebbe anche il dossier
“azione di responsabilità” ad aver consigliato a Bernabè e
Galateri il rinvio del consiglio di amministrazione della
capogruppo. Telecom ha per ora fatto sapere che farà luce con
rapidità e determinazione sullo scandalo Sparkle e ha già sospeso
gli alti dirigenti coinvolti.

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