Più vicina a tagliare il traguardo la tormentata fusione tra Sprint e T-Mobile. L’operazione da 26,5 miliardi di dollari incassa infatti l’endorsement di Ajit Pai, presidente della Federal Communications Commission, che annuncia di voler “raccomandare” all’agenzia l’approvazione della fusione a beneficio del 5G.
In cambio Pai chiede ulteriori garanzie. Fra le altre la copertura in 5G del 97% della popolazione Usa entro tre anni dalla chiusura dell’accordo, e del 99% entro sei anni. Per le aree rurali viene chiesta una copertura dell’85% entro tre anni e del 90% entro sei. Sprint e T-Mobile si sarebbero anche impegnate, secondo Pai, a fornire al 90% degli americani un servizio di banda larga mobile a una velocità di almeno 100 Mbps.
L’annuncio ha fatto schizzare in alto le azioni di T-Mobile di quasi il 7%, del 27% quelle di Sprint.
“La fusione contribuirà a portare la banda larga mobile più veloce alle popolazioni rurali americane – ha detto il presidente Fcc in una nota -. Due delle principali priorità della Fcc è il superamento del digital gap nelle campagne e l’affermazione della leadership Usa nel 5G. Gli impegni presi oggi da T-Mobile e Sprint farebbero avanzare ciascuno di questi obiettivi critici”.
Se al contrario la strada verso il merger venisse ostacolata le due compagnie subirebbero “gravi conseguenze”, dice Pai, inclusa la possibilità di dover pagare miliardi al Dipartimento del Tesoro.
All’approvazione manca ora il voto di Fcc e Dipartimento di Giustizia. Le aziende sostengono che la fusione porterà a un massiccio dispiegamento del servizio 5G, alla creazione di posti di lavoro e a un incremento della concorrenza nel mercato della Tlc (Verizon e AT & T).
Si tratta di una “inversione a U” nei rapporti fra Fcc e Tlc: l’amministrazione Obama aveva respinto il precedente tentativo delle società di fondersi sulla scorta di timori di danneggiamento della concorrenza nel settore wireless.
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