Sindacati sul piede di guerra a Palermo dopo l’annuncio di 1.670 esuberi nella sede di Palermo di Almaviva. Dopo il sit- in di oggi a piazza Indipendenza, davanti alla sede della Presidenza della Regione siciliana, le parti sociali programmano le prossime iniziative di protesta. I lavoratori parteciperanno alle celebrazioni del Venerdì Santo alla Cattedrale di Palermo per chiedere al vescovo di intercedere per la vertenza e chiedere un ”forte intervento” delle istituzioni.
Previsti poi un gazebo permanente in via Ruggero Settimo da sabato mattina per coinvolgere la cittadinanza, e sit-in davanti le sedi dei committenti Almaviva, giovedì 24 davanti Enel in via Autonomia siciliana, venerdì 25 davanti la sede Telecom e nello stesso giorno davanti la sede Wind a Palazzo Gamma, ”per sensibilizzare i committenti e richiamarli alle loro responsabilità”.
I sindacati nazionali hanno chiesto anche un incontro al Mise. ”Siamo di fronte ad una vertenza dall’enorme impatto sociale come quella di Termini Imerese, anzi i numeri in questi casi sono ancora più allarmanti – commenta Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani – E giunto il momento di mettere in campo qualunque azione possibile”.
“Non possiamo consentire la perdita di nessun posto di lavoro – aggiunge De Luca -, Regione e governo nazionale facciano ora ciò che rinviano da troppo tempo mettendo ordine al settore, imponendo regole certe e punendo chi assegna appalti ad un prezzo che è al di sotto del costo del lavoro”.
La Cisl attacca anche la Regione Sicilia. “La Regione si era assunta l’impegno di farsi portavoce della vertenza a livello nazionale e di valutare la possibilità di dichiarare lo stato di crisi dei callcenter in Sicilia – ricorda Eliana Puma Rsu Fistel Cisl -, ci chiediamo che fine abbiano fatto questi impegni e il tavolo regionale che era stato istituito a febbraio”.
“Si tratta di una vertenza nazionale – ha spiegato Francesco Assisi segretario Fistel Cisl Palermo Trapani – che ha però bisogno di un forte appoggio a livello territoriale da Regione e Comune, come ad esempio la dichiarazione dello stato di crisi del settore call center in Sicilia per ottenere l’accesso a misure straordinari come per la crisi dell’area industriale di Termini Imerese, contratti di area, fondi straordinari per la formazione e riqualificazione del personale”.