Il progetto europeo Galileo, che lancerà una rete alternativa al
Gps, partirà nei tempi previsti, a fine 2014. Lo ha assicurato il
vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani durante un
incontro con i ricercatori del Cnr. “Restare nei tempi è una
priorità – ha spiegato Tajani – stiamo per firmare gli ultimi due
contratti per il progetto, e lunedì saremo in grado di dare le
date precise per il lancio dei prossimi due satelliti, che avverrà
in autunno.
Entro la fine del 2014 il progetto sarà operativo”. Alla fine il
budget di 3,4 miliardi di euro per il progetto dovrebbe essere
rispettato, e anzi la Commissione punta a limarlo: “Stiamo
lavorando con le industrie per risparmiare qualche decina di
milioni di euro – conferma Tajani – per poter cominciare ad
investire fin da subito per l'acquisto ad esempio di nuovi
satelliti invece di aspettare i prossimi finanziamenti”.
Lo scorso 31 marzo il Consiglio dei ministri dei trasporti Ue aveva
riaffermato l'impegno dell'Europa nello sviluppo e
finanziamento dei suoi programmi di navigazione satellitare radio
(Egnos e Galileo) e aveva invitato la Commissione a riflettere
ulteriormente su come evitare lo “sforamento” dei costi in
futuro.
A preoccupare i ministri l’aumento dei costi dei progetti. Il
Consiglio, a questo proposito, aveva analizzato il programma di
revisione elaborato da Bruxelles secondo cui per il 2014-2020
potrebbero essere necessari ulteriori 1,9 miliardi di euro per il
completamento delle infrastrutture di Galileo, oltre quelli già
stanziati nel 2007-2013 pari a 3,4 miliardi di euro. Il documento
stimava inoltre i costi operativi di Galileo e Egnos sugli 800
milioni all'anno circa.
Cifre provvisorie che dovranno essere eventualmente inserite nel
quadro finanziario pluriennale, anche tenendo conto degli sforzi
compiuti dagli Stati membri per diminuire deficit e debito.
Nonostante la possibile “lievitazione” dei costi i 27 ministri
avevano concordato sul fatto che Galileo ed Egnos debbano essere
finanziati dalla Ue sia per la dimensione dei progetti sia per
l’impatto che avranno sull’economia europea. Senza dimenticare
l’indipendenza e l’autonomia che garantiranno all’Europa
rispetto alle altre piattaforme Gps.