L’Antitrust sta già indagando su Tim, Wind e Vodafone per la questione delle nuove offerte ricaricabili mobili che fanno pagare il canone ogni 28 giorni (quattro settimane) anziché una volta al mese. Ha mandato nei giorni scorsi una richiesta di chiarimenti agli operatori, per poi decidere se aprire una istruttoria formale. Si apprende quindi che l’Antitrust si era già mossa quando l’Agcom- ieri- ha comunicato di averle segnalato la questione.
A quanto risulta, con il fascicolo DC8456, l’Antitrust chiede numerose informazioni ai tre operatori. Tra le altre cose: di elencare il numero di utenti, le modifiche contrattuali e le ragioni di una questa scelta; elenco delle offerte interessate. Non solo: vuole copia di tutte le campagne pubblicitarie negli ultimi tre anni per sapere se le offerte siano mai state pubblicizzate con le parole “per sempre”.
Ovviamente la questione è diversa per Tim, rispetto agli altri due, perché quello è il solo operatore a voler applicare la novità anche ai vecchi utenti (dal 2 agosto). Stessa differenza vale per Agcom, che in effetti è intervenuta direttamente solo su Tim, ieri.
Si legge in una nota di Agcom: “con particolare riferimento alla rimodulazione tariffaria operata da Tim rispetto ai piani attualmente in vigore, l’Autorità ha ritenuto non completa l’informazione agli utenti sull’intenzione di rimodulare le offerte già sottoscritte, informazione necessaria a garantire il diritto di recedere dal contratto, eventualmente passando ad altro operatore, senza penali o costi di disattivazione. Pertanto, con delibera n. 463/15/Cons l’Autorità ha diffidato la Società al rispetto degli articoli 70 e 71 del codice delle comunicazioni e, conseguentemente, a prorogare di sessanta giorni, decorrenti dalla completa informativa agli utenti interessati, il termine per l’esercizio del diritto di recesso senza costi”.
La stessa Agcom ha stimato che le nuove modalità equivalgono a un rincaro del 7 per cento sui costi annuali, a parità di canone. Solo in alcuni casi, questa novità è concisa con un aumento del traffico incluso.
L’Antitrust, a differenza di Agcom, deve accertare se c’è una violazione del regime di concorrenza. L’ha spiegato anche Agcom, nella nota di ieri: “relativamente alle nuove sottoscrizioni, l’Autorità – pur riconoscendo la libertà commerciale degli operatori – ha ritenuto opportuno segnalare all’Antitrust, per gli accertamenti di competenza, gli effetti sulla concorrenza derivanti dalla concomitanza delle politiche tariffarie delineate, e in particolare gli effetti restrittivi sugli utenti di ricaricabili che in pochi mesi hanno visto drasticamente ridursi la possibilità di reperire sul mercato offerte di rinnovo automatico della tariffazione alternative a quella ogni 28 giorni”.