Ok dalla Commissione europea a un regolamento delegato, che stabilisce tariffe massime uniche di terminazione vocale a livello di Unione europea, in linea con il codice europeo delle comunicazioni elettroniche e in tempo per il suo recepimento. La proposta di regolamento integra la direttiva Ue 2018/1972.
Nel dettaglio, il Regolamento stabilisce le tariffe massime di terminazione che gli operatori possono addebitare reciprocamente, rispettivamente per i servizi di terminazione mobile e fissa. “Un’unica tariffa massima a livello di Unione ridurrà la frammentazione e garantirà un ambiente transfrontaliero più competitivo, che in ultima analisi andrà a vantaggio dei consumatori europei attraverso prezzi più bassi e offerte più varie per le chiamate fisse e mobili”, sostiene la Commissione.
Un servizio di terminazione vocale (fissa o mobile) è necessario affinché un operatore vocale colleghi un chiamante con il destinatario di una chiamata su una rete diversa. Le tariffe di terminazione all’ingrosso sono le tariffe che gli operatori si addebitano reciprocamente per la terminazione delle chiamate vocali sulle loro reti.
Per le chiamate mobili, la tariffa unica massima di terminazione è di 0,2 centesimi di euro al minuto e sarà raggiunta gradualmente entro il 2024.
Durante il periodo transitorio 2021-2023, gli operatori degli Stati membri interessati possono applicare tariffe diverse dalla tariffa massima unica di terminazione mobile a livello di Unione. Nel 2024 tutti gli operatori dell’Unione dovrebbero applicare la stessa tariffa massima unica di 0,2 centesimi di euro al minuto. Per le chiamate fisse, la tariffa unica massima di terminazione in tutta l’Ue è di 0,07 centesimi di euro al minuto. A causa delle notevoli differenze tra le attuali tariffe di terminazione fissa e la tariffa finale, il regolamento prevede un periodo di transizione durante il 2021 per consentire un adeguamento graduale. Entro il 2022 tutti gli operatori fissi saranno soggetti a una tariffa massima di terminazione fissa di 0,07 centesimi di euro al minuto. Le tariffe non si applicano alle chiamate provenienti da numeri di paesi al di fuori dell’Ue. Ci sono due esenzioni da questa regola. Il primo – prosegue la Commissione – si applica alla situazione in cui un operatore di un paese terzo addebita all’operatore dell’Unione un importo pari o inferiore a quelli fissati dall’atto delegato. La seconda esenzione è la possibilità per un paese terzo di applicare ed essere elencato nell’allegato del presente regolamento nel caso in cui le sue tariffe di terminazione siano fissate su standard simili a quelli delle tariffe uniche a livello di Unione.
Intanto scade oggi il termine entro il quale gli Stati membri devono recepire le nuove norme dell’Ue in materia di telecomunicazioni nel diritto nazionale. Il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, entrato in vigore nel dicembre 2018 – ricorda la Commissione in una nota – modernizza il quadro normativo europeo per le comunicazioni elettroniche, per migliorare le scelte ei diritti dei consumatori, garantire standard più elevati di servizi di comunicazione e stimolare gli investimenti per una maggiore connettività e più innovazione digitale. “Il Codice è la pietra angolare su cui costruiremo la connettività Gigabit senza soluzione di continuità di cui il nostro continente ha bisogno per supportare la ripresa e rimbalzare in avanti nel decennio digitale – commenta il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton – Il nuovo quadro normativo faciliterà gli investimenti in servizi di telecomunicazione di altissima qualità, sicuri e convenienti in tutta Europa, sia fissi che mobili. Gli Stati membri devono ora completare rapidamente il recepimento in modo che il nuovo quadro normativo possa offrire tutti i suoi vantaggi per i consumatori, le imprese e la società in generale”.