Tassa sui cellulari, via alla class action. Asstel: “Operazione dannosa”

Adoc e Federconsumatori: “Vogliamo far valere la sentenza della Commissione Tributaria del Veneto: il cliente non è soggetto a provvedimenti amministrativi di concessione”. Ma l’associazione presieduta da Parisi ribatte: “Carrier obbligati ad applicare il tributo”

Pubblicato il 04 Mar 2011

La class action contro gli operatori mobili lanciata da Adoc e
Federconsumatori non piace ad Asstel. "A nome degli operatori
di telecomunicazioni, Assotelecomunicazioni-Asstel  – si legge in
una nota dell'associazione – sottolinea che l’invito rivolto
agli utenti di telefonia mobile da parte di Adoc, ripreso dagli
organi di stampa, a intraprendere azioni di diffida verso gli
operatori per ottenere la sospensione dell’applicazione della
tassa di concessione per il futuro e richiederne il rimborso per il
passato, è un’iniziativa fuorviante e impropria, destinata solo
a creare disorientamento e confusione".

"Gli operatori di telefonia mobile, infatti, svolgono il ruolo
di meri ausiliari della riscossione e, in quanto tali, sono
obbligati al riversamento della tassa in questione all’erario.
Alla luce del vigente quadro normativo e giurisprudenziale, gli
operatori hanno l’obbligo di applicare la tassa, obbligo al quale
non possono sottrarsi".

Gli operatori, pertanto, auspicano un intervento normativo, o
interpretativo della norma attuale, al fine di giungere a un
chiarimento sulla sua applicabilità.

Dopo
l’Adoc
a scendere in campo contro la tassa di concessione
governativa che gli operatori mobili chiedono ai loro utenti è
Federconsumatori. “A seguito delle recenti pronunce della
Commissione Tributaria Regionale del Veneto (depositate il 10 e 17
gennaio 2012) – si legge nella nota diffusa questa mattina
dall'associazione – può ritenersi che la tassa di concessione
governativa sui servizi di telefonia non è più dovuta”.

Nello specifico la giurisprudenza tributaria ha sentenziato che
negli ultimi tre anni "rimane necessaria soltanto
l'autorizzazione governativa (e quindi il pagamento della
tassa, ndr) per i gestori del servizio, mentre il cliente che si
abbona non è soggetto a provvedimenti amministrativi di
concessione o autorizzazione".

Secondo i calcoli effettuati i consumatori hanno diritto di
richiedere un rimborso della tassa di concessione governativa,
cifra che ammonta a 5,16 euro al mese per i privati e 12,91 euro al
mese per i contratti business.
“Le decisioni, pronunciate nell’ambito di due controversie tra
Enti Locali ed Agenzia delle Entrate, nel dichiarare illegittima
tale tassa – prosegue le Federconsumatori – hanno dunque aperto
la strada, oltre alle istanze di rimborso degli Enti Locali, anche
alla richiesta di rimborso dei privati”.

La Federconsumatori darà avvio, nei prossimi giorni, ad
un’azione inibitoria indirizzata a tutti i gestori di telefonia
mobile per far cessare il pagamento della tassa in futuro.
Per le tasse già versate, occorre che i cittadini interessati
presentino istanza di rimborso, in carta semplice, alla sede del
proprio gestore telefonico e all’ufficio locale dell’Agenzia
delle Entrate competente in base al domicilio fiscale del
contribuente al momento della richiesta; ad essa vanno allegate le
bollette e le ricevute dei relativi pagamenti eseguiti. Il modello
per richiedere il rimborso è reperibile presso gli sportelli della
associazione.

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