Gli operatori telefonici europei mettono da parte le rivalità e si
uniscono nella "guerra fredda" – così la chiama
Bloomberg – contro i grandi produttori di contenuti del web e del
mobile. Il tema, affrontato già in ottobre dall'Ad di Telecom
Italia Franco Bernabè, è stato rilanciato ieri dal numero uno di
France Telecom nel corso del convegno Le Web di Parigi: “E’
necessario creare un sistema di pagamenti per l’utilizzo delle
reti” ha detto Stephane Richard, proponendo un "new
deal" aperto a Telecom Italia, France Telecom, Vodafone e
Telefonica, che punta a ottenere la collaborazione di Google,
Apple, Facebook e di tutti i provider negli investimenti di rete
necessari per gestire il traffico.
“I service provider inondano le nostre reti e non hanno alcun
incentivo a ridurre i costi”, aveva affermato già lo scorso mese
il Ceo di France Telecom riprendendo la tesi lanciata da
Bernabè: se agli investimenti non corrisponde un guadagno, questa
l'idea del capo di Telecom Italia, “si compromette la
sostenibilità economica dell’attuale modello di business per le
aziende telecom”.
Idc stima che anche se il numero di connessioni dati mobili in
Europa occidentale crescerà in media del 15% l’anno arrivando a
270 milioni nel 2014, il guadagno per utente scenderà di circa
l’1% l’anno. Nello stesso arco di tempo, la spesa annuale degli
operatori in nuove reti aumenterà del 28% rispetto al 2009 fino a
toccare circa 3,7 miliardi di dollari, prevede la società di
ricerche Canalys. Aziende come Google e Yahoo! “usano le reti di
Telefonica gratuitamente, il che va bene per loro, malissimo per
noi”, aveva detto Alierta a febbraio. “Non si può andare
avanti così”.
Non che gli operatori non sia avvantaggiati dal boom
nell’utilizzo dei dati in mobilità: il revenue dati su mercato
interno di France Telecom, il secondo maggior venditore di Apple
iPhone dopo At&t, è aumentato del 24% nel terzo trimestre. Ma
secondo Richard l’esplosione dei dati è “una sfida per carrier
come noi”, e “ci spinge a chiederci quale sia il giusto
business model”. Gli operatori sono sempre più tentati di far
entrare nel nuovo modello di business i service provider,
trasferendo a loro parte dei costi.
I service provider, però, obiettano che pagano già abbastanza:
“Attualmente circa il 40% delle nostre spese sono comunque
destinate alle reti: server, peering, rete di content delivery e
altre risorse”, afferma Giuseppe de Martino, direttore legale del
provider di video online parigino Dailymotion. “Se gli operatori
telecom vogliono dividere con noi le spese, allora dovrebbero
dividere con noi anche le entrate degli abbonamenti”.