Si chiameranno Telco Te Spa, Telco AG, Telco IS e Telco MB le quattro newco che faranno capo rispettivamente a Telefonica, Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca ed erediteranno le partecipazioni in Telecom Italia in seguito alla scissione della holding Telco, deliberata nei giorni scorsi. E’ quanto emerge dal progetto di scissione parziale non proporzionale, consultato da Radiocor, dal quale si evince anche la ripartizione precisa dei debiti di Telco (tra finanziamento bancario di 660 milioni e prestito soci da 1,75 miliardi più 70 milioni di interessi) tra le quattro newco. A Telco Te, al quale andrà il 14,77% di Telecom (valorizzato in bilancio 0,92 euro per azione per complessivi 1,83 miliardi), faranno capo debiti per 1,636 miliardi e dunque un patrimonio netto pari a 193,75 milioni.
Quest’ultimo, di fatto, è il valore della newco che verrà presumibilmente verrà messo a bilancio dalla controllante. Per quanto riguarda Telco AG, la quota in Telecom, è come noto, pari al 4,32% (535,86 milioni di euro) a fronte di 479,1 milioni di debiti pro quota per un patrimonio netto di 56,7 milioni. Stessi numeri, invece, per Telco IS e Telco MB, entrambi titolari dell’1,64% del gruppo tlc (valorizzato 203,6 milioni da ciascuna) con debiti per 182 milioni e un patrimonio netto di 21,54 milioni. Tutte le partecipazioni che fanno capo ai soci italiani, complessivamente, valgono 100 milioni di euro, ragionando sempre in termini di patrimonio netto.
ll 26 giugno il cda di Telco ha approvato anche la scissione della società. Per effetto di quest’ultima, spiegava Telco, “si determinerà l’assegnazione a quattro società beneficiarie di nuova costituzione, interamente controllate da ciascun azionista, della quota di propria competenza della partecipazione detenuta da Telco in Telecom Italia (22,4% del capitale ordinario), ossia: il 14,77% alla newco controllata da Telefónica, il 4,32% a quella del Gruppo Generali e l’1,64% a ciascuna delle newco controllate rispettivamente da Intesa Sanpaolo e da Mediobanca”.
“Nel contesto della scissione – si leggeva nella nota – è previsto l’integrale rimborso da parte di Telco del finanziamento bancario (euro 660 milioni al 30 aprile 2014) e del prestito obbligazionario sottoscritto dai soci (euro 1.750 milioni di valore nominale più Euro 70 milioni di interessi maturati al 30 aprile scorso), oltre agli interessi che matureranno sino alla data di rimborso, mediante risorse derivanti da finanziamenti soci in favore di Telco, da erogarsi in misura proporzionale alle quote di partecipazione degli azionisti nella Società subito prima dell’esecuzione della scissione”. Pertanto in sede di scissione a ciascuna newco verrà attribuito, oltre al pacchetto di azioni Telecom Italia, il finanziamento soci di rispettiva competenza.
Il perfezionamento della scissione è subordinato all’autorizzazione da parte delle seguenti Autorità: Conselho Administrativo de Defesa Econômica “Cade” (Autorità antitrust brasiliana); Agência Nacional de Telecomunicações “Anatel” (Autorità regolamentare brasiliana); Comision Nacional de Defensa de la Competencia “Cndc” (Autorità antitrust argentina) e, per quanto di competenza, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni “Ivass” (Autorità regolamentare italiana).
Quanto a Telco, rimarrà in vita con un capitale minimo e senza alcuna azione Telecom Italia in portafoglio, con l’obiettivo di gestire le attività e passività residue in bilancio. Terminata questa fase, ne è prevista la liquidazione.