Martedì 14 giugno a Roma si celebrerà la giornata italiana delle telecomunicazioni. Quel giorno si terrà l’ottava edizione di “Telco per l’Italia – Digital 360 summit”, diventato l’appuntamento più importante di incontro e riflessione sul futuro del settore, “una classica” delle tlc per dirla in termini ciclistici.
In una serie di sessioni sia alla mattina che il pomeriggio, l’auditorium del Centro Congressi Roma Eventi Piazza di Spagna vedrà confrontarsi i principali manager degli operatori di telecomunicazioni fisse e mobili, i responsabili delle aziende manifatturiere e di servizi fornitrici di tecnologia, i rappresentanti del mondo politico, delle istituzioni regolatorie, del mondo dell’accademia, dell’Europa.
Basta scorrere la carrellata dei partecipanti confermati (altri se ne aggiungeranno) per cogliere l’importanza dell’appuntamento di quest’anno di “Telco per l’Italia”: Alberto Calcagno, Elio Catania, Fabrizio Ceschini, Maurizio Dècina, Gabriele Faggioli, Maurizio Gasparri, Amos Genish, Antonello Giacomelli, Gianmario Iamoni, Hu Kun, Benedetto Levi, Mirella Liuzzi, Michele Marrone, Massimo Mazzocchini, Thomas Miao, Antonio Nicita, Stefano Nicoletti, Stefano Pileri, Federico Protto, Andrea Rangone, Federico Rigoni, Elisabetta Ripa, Enrico Salvatori, Antonio Sassano, Luca Spada, Roberto Viola.
Il tema di quest’anno è dedicato a due tematiche che sempre più si stanno intrecciando tra loro: l’ultrabroadband fisso e l’avvio del 5G.
Se il rapporto Desi vede (come da anni ormai) l’Italia arrancare nelle ultimissime posizioni della classifica generale europea, per quanto riguarda il dispiegamento delle reti di ultrabroadband fisso e mobile i numeri che vengono dall’Europa testimoniano che passi avanti se ne stanno facendo e gli oepratori vi stanno investendo. “Grazie all’aumento della concorrenza basata sull’infrastruttura e alla combinazione di investimenti privati e pubblici, l’Italia sta migliorando in modo significativo il livello di implementazione di accesso di nuova generazione basato su fibre ottiche, in linea con gli obiettivi della strategia della Commissione europea sull’agenda digitale. Ciò ha certamente prodotto un effetto positivo sul lato della domanda che aumenta parallelamente ma a un ritmo più lento”, si legge nel Rapporto dell’Ue.
La scossa ad una situazione per anni abbastanza stagnante è dovuta secondo il Desi a “un crescente livello di concorrenza basata sulle infrastrutture, principalmente per l’ingresso nel mercato di Open Fiber, un operatore non verticalmente integrato con un modello di business “wholesale-only”.
La banda ultralarga richiede investimenti e potrebbe però anche essere l’occasione per gli operatori di allargare il loro business classico di carrier alla fornitura di nuovi servizi come content, video, information technology, security. Si vedono già le prime operazioni di posizionamento in tal senso.
La decisione di Telecom Italia di scorporare la propria rete e di posizionarsi, pur mantenendo la proprietà dell’infrastruttura, in un sistema di delivery più mirata al wholesale testimonia altresì di forti cambiamenti in corso anche negli equilibri di mercato delle aziende protagoniste. Il ridimensionamento del ruolo di Vivendi in Tim, potrebbe altresì rivelarsi l’apertura di una nuova stagione per l’ex monopolista.
Forti novità (in arrivo e arrivate) anche sul fronte del mercato del mobile. Iliad ha fatto ufficialmente il suo ingresso in Italia con un’offerta particolarmente aggressiva in tema di prezzi. Che succederà? Riuscirà a bissare anche da noi il successo avuto in Francia, pur se l’Italia è un mercato dalle tariffe assai più basse di quelle d’Oltralpe? Si riaprirà quella guerra delle tariffe che tanto ha nuociuto ai bilanci degli operatori, pur se alla fine ne hanno goduto i consumatori?
Gli operatori mobili sono oggi impegnati davanti ad un’altra sfida importantissima: quella del 5G. Chiamati a spendere più di 2.5 miliardi per le frequenze del 5G (impossibile sottrarvisi), ma anche obbligati ad immaginare uno sviluppo del business che per la prima volta in maniera così massiccia li costringerà ad uscire dai loro confini tradizionali per ragionare in termini di alleanze fra aziende diverse, partnership, ecosistemi fra settori.
Ovviamente, sarà fondamentale il “quadro Paese” e le regole in cui il mercato è chiamato ad operare. I nuovi equilibri della politica emersi dalle elezioni in che direzione spingeranno? L’evoluzione digitale, la banda ultralarga e i servizi che supporterà continueranno ad essere una priorità delle forze politiche che gli elettori hanno chiamato a dirigere il Paese? Anche su questo, con gli interventi dei rappresentanti delle forze politiche che siedono in parlamento, da Telco per l’Italia arriverà una prima risposta.