Vivendi avrà il 5,7% di Telecom Italia nell’ambito dell’accordo definitivo siglato con Telefonica sulla cessione della filiale brasiliana Gvt al gruppo spagnolo. L’intesa, firmata il 18 settembre, prevede che il gruppo francese presieduto da Vincent Bolloré ottenga 4,66 miliardi di euro in contanti, da cui dedurre un debito bancario di 450 milioni, il 7,4% del capitale di Telefonica Brasil, il cui valore in Borsa è di 2,02 miliardi al 18 settembre e “il 5,7% di Telecom Italia, il cui valore di Borsa è di 1,01 miliardi al 18 settembre”, come indica la nota diffusa da Vivendi.
“La finalizzazione dell’accordo dovrebbe intervenire prima della fine del primo semestre 2015”, precisa il comunicato di Vivendi. Nell’ambito dell’intesa con Telefonica su Gvt il gruppo francese dovrà in seguito pagare imposte sulla plusvalenza e tasse stimate a circa 500 milioni di euro. L’accordo definitivo è inoltre soggetto ad alcune condizioni, in particolare l’approvazione delle autorità di sorveglianza competenti, in particolare l’Anatel (telecomunicazioni) e il Cade (concorrenza) in Brasile. Telefonica aveva presentato la sua offerta su Gvt lo scorso 4 agosto e la aveva poi rilanciata il 28, in contemporanea con la presentazione di una proposta concorrente da parte di Telecom Italia.
A fine agosto il cda di Vivendi aveva optato per l’avvio di una trattativa esclusiva con Telefonica. Come era stato indicato in quell’occasione, l’offerta di Telefonica dava a Gvt un valore d’impresa di 7,45 miliardi e prevedeva, oltre al versamento in cash di 4,66 miliardi, il pagamento in parte in titoli di Telefonica Brasil (12% del capitale), “un terzo del quale potrebbe essere scambiato – su scelta di Vivendi – con una partecipazione del 5,7% del capitale e l’8,3% dei diritti di voto di Telecom Italia”. Opzione che è stata quindi prescelta dal gruppo francese presieduto da Bolloré.
“Sono sempre felice di investire in quel grande Paese che è l’Italia e molto felice di accompagnare nel lungo termine l’equipe di Telecom Italia”, ha commentato a Radiocor, Vincent Bolloré. Il finanziere francese è primo azionista e presidente, e Telefonica su Gvt che comporta l’ingresso di Vivendi in Telecom Italia con il 5,7%. Bolloré è anche secondo azionista di Mediobanca, con il 7,45% (e l’autorizzazione a salire all’8%) ed è presente nel capitale di Generali.
Si chiude così l’avventura di Telefonica in Italia, azionista di Telecom al fianco di Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo. Avventura iniziata nel 2007, con il passaggio di consegne della quota di riferimento della società di tlc italiana da Olimpia (Pirelli) a Telco, la scatola che detiene il 22,4% delle azioni di Telecom.
Gli investitori giudicano un successo l’uscita dal capitale della compagnia spagnola che in pratica entro la metà del 2015 si troverà a detenere una partecipazione pari solamente al 2,6%, senza diritti di voto. Del resto il mercato temeva che il gruppo spagnolo bloccasse la strategia di sviluppo dell’azienda italiana, nonostante le rassicurazioni e i paletti di governance introdotti negli anni passati in Sud America, dove i due gruppi sono concorrenti. E la battaglia sferrata nelle ultime settimane per conquistare Gvt in Brasile ha senza dubbio inasprito i rapporti tra le due aziende di tlc.
Telecom Italia si prepara dunque a diventare sempre più una public company, con Marco Fossati (azionista con il 5% dei titoli) e Vivendi i principali azionisti. Nei prossimi mesi, infatti, dovrebbero uscire dall’azionariato i soci storici Mediobanca (con l’1,64% del capitale), Generali (4,32%) e Intesa Sanpaolo (1,64%). L’operazione, probabilmente, avverrà non appena le autorità brasiliane daranno il via libera allo scioglimento del patto Telco, annunciato a fine giugno. A questo punto, comunque, la strada sembra in discesa, visto che l’accordo tra Telefonica e Vivendi risolve i problemi di Antitrust che si sarebbero creati con Telefonica azionista di riferimento di Telecom Italia.
Va ricordato che a Telefonica per adesso fa capo il 14,8% di Telecom Italia, anche se il 6,5% delle azioni è stato congelato lo scorso luglio, a servizio del bond convertibile da 750 milioni che e’ stato emesso, con scadenza luglio 2017. I titoli, che rendono il 6% annuo, saranno convertiti a un prezzo compreso tra 0,86 euro a 1,032 euro.