LA DELIBERA

Telecom, Agcom apre al mercato la manutenzione della rete

Con una nuova delibera l’authority istituisce un modello di disaggregazione dei servizi accessori ai servizi wholesale di accesso, da postazione fissa, alla rete pubblica di comunicazione. Si tratta di servizi di unbundling e sub loop unbundling che viaggiano sulla rete in rame con Adsl e Fttc. Il commissario Nicita: “Così si completa il percorso che porta all’equivalence rafforzata”

Pubblicato il 25 Ago 2017

A.S.

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Garantire più efficienza nella fornitura di servizi accessori, ridurre i tassi di guasto, migliorare i tempi di attivazione e manutenzione delle linee. E’ l’obiettivo della delibera Agcom 321/17/Cons, pubblicata ieri dall’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in base alla quale gli operatori tlc che per fornire i propri servizi agli utenti finali “affittano” la rete in rame di Telecom potranno rivolgersi anche a terzi, e non esclusivamente a Telecom come fino a oggi, per l’attivazione e la manutenzione delle linee. Si tratta nello specifico di servizi di unbundling e sub loop unbundling, quindi dei servizi voce e dati che viaggiano sulla rete in rame con Adsl e Fiber to the cabinet.

E’ la cosiddetta “disaggregazione” dei servizi, ultimo tassello del percorso di regolamentazione dei servizi all’ingrosso di accesso alla rete fissa iniziata dall’authority nel 2015, e costata finora una serie di contenziosi tra gli operatori: un tema sul quale Agcom aveva iniziato a intervenire due anni fa per delineare un “nuovo modello di equivalence” che mettesse fine alle dispute legali, chiedendo all’incumbent di scegliere tra due modelli, la disaggregazione o l’esternalizzazione.

“Con la disaggregazione dei servizi di manutenzione e attivazione delle linee Ull ed Lsu – dice al Sole24ore Antonio Nicita, commissario Agcom – si completa il percorso che porta alla equivalence rafforzata. Dopo di questo c’è solo il modello inglese della separazione”.

Ma la delibera pubblicata ieri potrebbe non essere l‘ultimo passaggio della vicenda. Riferendosi infatti all’eventualità di una futura esternalizzazione, che sarebbe probabilmente stata più gradita ad alcuni Olo, “l’autorità valuterà se avviare, e con quali modalità – si legge nella delibera – un’ulteriore fase di consultazione pubblica su tale misura”, che “presenta una complessità implementativa e tempi di implementazione maggiori”.

Nel dettaglio, la decisione di Agcom dà agli operatori alternativi la possibilità di attivare le linee e provvedere alla loro manutenzione decidendo autonomamente, e comunicando a Tim, se per gli interventi tecnici intendano servirsi di personale Telecom o di quello di altri player di propria fiducia. Questi ultime, per essere abilitate a svolgere i servizi, dovranno preventivamente aver ricevuto un’abilitazione, e potranno essere al massimo quattro per ogni area di intervento.

Questo consentirà agli operatori di poter negoziare autonomamente se e come intendano intervenire sui servizi base offerti dalla rete Tim, implementando eventualmente servizi “plus”, fino alla gestione del rapporto con il cliente finale gli eventuali interventi nelle abitazioni interessate.

Rispetto ai prezzi dei servizi accessori di manutenzione e attivazione, fissati da Agcom, gli operatori alternativi potranno trovare un accordo a parte con le aziende per servizi a valore aggiunto, contrattando eventualmente anche “sconti-volume”. A Telecom spetterà in ogni caso il compito di coordinare gli interventi e i rapporti tra i soggetti coinvolti.

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