Nella complicata guerra di Telecom Argentina sembra arrivato il
momento del “colpo di scena”: Buenos Aires sarebbe pronta a
procedere con la statalizzazione dell’azienda, secondo Milano
Finanza, e già circolano sondaggi secondo cui il 92% della
popolazione sarebbe favorevole alla decisione dell’esecutivo.
“Statalizzare è un verbo un po’ più dolce rispetto al più
concreto ed esemplificativo espropriare”, scrive MF. “Cambiano
le parole ma non il concetto: oggi Telecom Italia possiede il 50%
di Sofora (holding che controlla Telecom Argentina) e ha
un’opzione per salire al 100% rilevando l’altra metà dalla
famiglia argentina Werthein. Improvvisamente, e con un timing più
che sospetto, il presidente del governo di Buenos Aires, Cristina
Fernandez Kirchner, e l’Antitrust argentina si sono accorti (con
ben due anni di ritardo) che Telefonica è tra gli azionisti di
Telco, principale azionista di Telecom”.
Per MF, non si tratta dell’ennesima battaglia legale che
coinvolge un grande gruppo industriale all’estero, ma di uno
“scandalo” che rischia di creare un pericoloso precedente. Se
alcuni pensano che il governo minaccia l’esproprio e la
nazionalizzazione di Telecom Argentina solo per alzarne il prezzo,
per altri l’annuncio è reale e imminente, tanto che la
“presidenta” avrebbe programmato anche un apposito intervento
in tv.
La vicenda è complicata più di quanto si possa pensare.
“Probabilmente gli esperti di politica internazionale
troverebbero interessanti punti di contatto tra la vicenda Telecom
e quella del licenziamento (tramite decreto) del governatore della
Banca centrale si Buenos Aires, Perez Redrado, che per tutta
risposta ha presentato una denuncia penale nei confronti della Casa
Rosada”, nota MF. “Nel frattempo il governo è preso di mira da
diversi giornali del Paese, che però non sono alieni a loro volta
da un pesante conflitto di interessi”, continua il quotidiano
economico: il marito del presidente, Nestor Kirchner, ha accusato
il gruppo editoriale Clarin di prendere posizione contro
l’esecutivo solo perché è stata rifiutata la proposta di
acquisto per la quota Sofora in mano a Telecom Italia.
Infine, un altro ruolo poco “agevole”, secondo MF: quello di
Credit Suisse, l’advisor scelto da Telecom per la cessione della
quota di controllo della holding argentina. “I pretendenti si
sono fatti avanti, finora, con proposte che sono accettabili solo
alla luce del coltello alla gola che punta il governo, non certo in
una logica di mercato”. Il titolo Telecom Italia ne risulta
penalizzato.