La Consob starebbe indagando su un possibile conflitto di interessi da parte di Generali, socio Telco, nella vendita di Telecom Argentina per 960 milioni di dollari alla Fintech del messicano David Martinez. Lo riferisce il Sole 24 Ore.
Generali, evidenzia il quotidinano economico-finanziario, ha una partnership con la famiglia Werthein, socio di minoranza di Telecom Argentina: il legame fra i due soggetti potrebbe aver generato un conflitto di interesse in capo alle Assicurazioni. L’indagine della Consob sarebbe partita a seguito del voto contrario alla vendita della costola sud americana da parte di alcuni membri del board che avrebbero sollevato proprio la questione del conflitto di interessi. No commenti da pate di Generali.
L’ “operazione” Consob – il 13 novembre sono scattate le ispezioni nelle sedi milanese e romana di Telecom Italia insieme con le Fiamme Gialle – è scaturita dalla denuncia da parte di Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti di Telecom Italia, a cui ha fatto seguito un analogo esposto da parte della Findim di Marco Fossati.
“Il fatto di non aver indetto una gara e aver condotto una trattativa privata che va ancora perfezionata – affermavano da Asati schierandosi contro la cessione di Telecom Argentina – ci fa ritenere che l`operazione oltre ad avvenire in potenziale conflitto di interessi di Telco produrrà notevoli danni potenziali a tutti i piccoli azionisti”.
In campo anche i deputati del M5S, secondo cui “un’operazione chiusa in tutta fretta, a un prezzo che avrà fatto contento l’acquirente Fintech e che, invece di tutelare Telecom e i suoi azionisti, sembra piuttosto strizzare l’occhio a Telefonica. A completare il quadro la notizia che Telecom è stata appena declassata da Standard&Poor’s. Tutto questo con buona pace dei nostri asset strategici”.
“Disapproviamo il fatto che un’operazione di questa importanza – spiegano i deputati – sia stata compiuta in tempi ristrettissimi e nel silenzio assoluto, compreso quello delle istituzioni”.
“Considerando che il fatturato di Telecom Argentina nel 2012 è stato di 3,8 miliardi di euro, che la società non ha debiti ma conti in cassa per 550-600 milioni di euro e che, solo in Borsa, con il pacchetto di controllo, vale circa 650 milioni di euro, la vendita a 700 milioni di euro ci sembra si’ una buona operazione, ma per l’acquirente”.
“Di fronte a quanto sta avvenendo riteniamo dunque necessario che la Consob venga subito audita in Commissione. Nel frattempo, da parte del Governo, incassiamo un bel silenzio”, concludono i deputati.
In una lettere inviata alla Consob, ricostruendo la storia dei rapporti tra la famiglia Werthein e Telecom, Asati si dice fiduciosa delle conclusioni dell’Autorità “a valle delle perquisizioni e indagini richieste dalla Asati e da Findim e che ci auguriamo vengano chiuse al più presto”. Inoltre “tenuto conto delle prossime scadenze, ovvero il 25 novembre p.v. per la presentazione delle liste e il 20 dicembre p.v. per l’assemblea richiesta da Findim, ci riserveremo di valutare le azioni successive, richiedendo ancora alla stessa Consob, in via eccezionale e data la rilevanza dei temi, che sia reso pubblico al mercato uno stralcio parziale del verbale CDA dell’11 novembre u.s. relativo a Telecom Argentina e alle modalità operative e temporali del convertendo”.