Secondo Asati dalle riunioni del cda Telecom del 7 e dell’11 novembre sarebbero emerse “poche luci e molte ombre”. E dopo la risposta alla Consob che Ti ha diffuso questa mattina, l’associazione che riunisce i piccoli azionisti Telecom torna in campo per sottolineare i motivi che l’hanno spinta a chiedere l’intervento dell’authority di controllo sulla Borsa.
Sulla vendita di Telecom Argentina, secondo quanto si legge in un comunicato di Asati, “risulterebbe che la delibera sulla vendita sia avvenuta in data 7 novembre all’unanimità di 8 consiglieri presenti su 12, con quattro assenti (un dubbio: il prof. Egidi era presente durante il cda e si è assentato dopo e quindi non ha partecipato alla votazione o non è mai entrato al Consiglio del 7 novembre?) con una richiesta di supplemento di indagini per potenziali conflitti di interessi tra Generali, rappresentate dal Presidente Galateri, e la famiglia Whertein con cui Generali ha in Argentina una società che si chiama Caja.
Si fa presente – continuano da Asati – che è noto che la stessa famiglia Whertein ha un debito di circa 200 milioni di euro con Generali, e che già l’ex ad di Generali Perissinotto aveva dovuto accantonare altri 150 milioni di euro. Ma a fine consiglio del 7 chi ha richiesto il supplemento di indagini e di documentazione? La mattina dell’8 novembre, venerdì, Fitoussi, che non era presente al cda del 7, riceve la documentazione di cui sopra, interloquisce con alcuni consiglieri, e sul comunicato si scrive che il voto della professoressa Calvosa e del professor Zingales sono da considerarsi contrari alla vendita dell’Argentina per mancanza di terzietà su parti correlate e per mancanza di complete informazioni. Ma il cda del 7 non si era espresso all’unanimità dei presenti?”.
“Nel Cda dell’11 convocato probabilmente domenica 10 novembre – continua la nota – vengono esaminati i documenti di approfondimento, sempre con 8 consiglieri su 12, ma ora con Fitoussi presente viene deliberata, è scritto, la vendita di Argentina con l’opposizione questa volta chiaramente manifestata da Zingales e Calvosa. Asati vorrebbe sapere quali siano i motivi che hanno spinto i due consiglieri su tre di Assogestioni, espressione vera delle minoranze, a votare contro visto anche che tra l’altro la professoressa Calvosa è professore ordinario nel campo legale”.
Poi Asati passa ad analizzare il collocamento convertendo: “il 7 novembre alle 18:48, con Cda ancora in corso – prosegue il comunicato – appare sul sito di Ti che è iniziata l’operazione collocamento del convertendo per 1,3 miliardi di euro e non appare nessuna informazione di carattere di ‘tranne eccezioni’, cioè è ribadito che è destinato a istituzioni finanziarie con priorità a quelle già azioniste di Ti, ma fuori da Usa e Canada. E così lo stesso appare sui siti di Borsa Italiana. Alle 20.30 dello stesso giorno finisce il Cda e inizia la conference call con gli analisti finanziari che terminerà intorno alle ore 23. Alle 23.18 , non sul sito di Ti ma solo su quello di Borsa Italiana appare un altro comunicato che sostituisce quello delle 18.48 e in cui per la prima volta appare la parola “eccezionalità”. Alle 7.40 del giorno dopo 8 novembre un comunicato della società dice che il convertendo è stato completamente collocato”.
“Riteniamo a buon ragione che potenzialmente il convertendo sia finito intorno alle 24.00 e guarda caso ci si è dimenticati che Findim è un azionista di Ti che andava sentito prima di altri forse non ancora azionisti – continuano da Asati – Da tener presente che il nome di BlackRock, che poi si è saputo aver sottoscritto 200 milioni di euro non appare mai se non nei giorni a seguire sulla stampa, fino a quando data l’evidenza, denunciata da Asati, è stata formalizzata la notizia. Ma sorgono tre ovvie domande: l’eccezionalità di Black Rock chi l’ha decisa? A che ora è stata decisa? Chi di Ti o dei famosi Joint Boonkrunners (tra i quali Mediobanca, Intesa, Unicredit, Morgan Stanley) ha chiamato Black Rock? Forse sono gli stessi che hanno chiamato la Findim e dicono che non ha risposto nessuno al telefono?”.
“Tutto ciò premesso – conclude la nota di Asati – invitiamo da un lato la Società a chiarire queste notevoli lacune del comunicato in data odierna e la Consob, che bene ha fatto a chiedere delucidazioni le cui risposte però ci sembrano ancora molto incomplete, affinché si faccia una definitiva chiarezza che ancora manca per tutto il mercato e gli azionisti tenendo presente che la prossima Assemblea del 20 dicembre potrebbe potenzialmente avere una sensibile influenza nelle votazioni finali dalle vicende potenzialmente oscure di questi giorni”.