No comment di Vincent Bolloré sulle sue strategie italiane per Mediobanca o Telecom Italia. “Oggi dell’Italia non dico nulla. Sono qui esclusivamente per la firma dell’accordo con Renault nell’auto elettrica e solo di questo posso parlare”, ha dichiarato l’industriale e finanziere francese a margine della conferenza stampa a Parigi per illustrare la partnership con Renault. “Parlerò al mio ritorno dagli Stati Uniti. Chiamatemi il 18 settembre”, ha aggiunto senza dare altre indicazioni. Bolloré è atteso negli Stati Uniti per una presentazione su Vivendi, il gruppo di comunicazione di cui è presidente e primo azionista, che ha avviato negoziati esclusivi con Telefonica per la cessione della sua controllata brasiliana Gvt. L’offerta di Telefonica, del valore di 7,45 miliardi, include come opzione di pagamento l’8,3% di Telecom Italia.
Vivendi probabilmente utilizzerà l’opzione di essere pagata da Telefonica per la controllata brasiliana Gvt in parte con azioni Telecom Italia.
“Consideriamo attraente l’acquisto da parte nostra di titoli Telecom Italia” previsto nell’ambito dall’offerta di Telefonica su Gvt, aveva chiarito nelle scorse settimane il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, nel corso della conference call con gli analisti per la presentazione dei conti semestrali e dell’offerta di Telefonica su Gvt. L’acquisto della quota in Telecom (8,3%) proposto da Telefonica “e’ un’opzione interessante”, gli ha fatto eco il cfo Hervé Philippe.
Una mossa che consentirebbe ai francesi di subentrare proprio a Telefonica come principale azionista di Telecom Italia, che considerando l’imminente scioglimento della holding Telco si avvia a diventare una public company. Proprio l’assenza di una scatola di controllo – e a fronte dell’intenzione già manifestata da parte degli attuali soci italiani di Telco (Generali Ass., Mediobanca e Intesa Sanpaolo) di uscire progressivamente dalla partita Telecom per tornare a concentrarsi sui rispettivi business – proietterebbe infatti Vivendi a guidare la compagine azionaria della società italiana, davanti all’imprenditore milanese Marco Fossati (5%), a Blackrock (che all’ultima assemblea di metà aprile era presente con il 4,8% del capitale depositato) e a People’s Bank of China (2%). Senza contare che la quota che finirebbe ai francesi potrebbe essere ulteriormente arrotondata sfruttando parte dell’incasso cash di 4,7 miliardi di euro che i francesi si sono assicurati dicendo sì a Telefonica.