IL PIANO

Telecom ci riprova con le assunzioni, via al riassetto interno

Nuovi colloqui col governo sulla solidarietà espansiva. Obiettivo: 4mila nuovi ingressi in tre anni. Novità nella riorganizzazione delle aree business e consumer. Vendita di una quota di minoranza della società IT?

Pubblicato il 15 Feb 2016

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Tornano sotto i riflettori le 4mila assunzioni in un trienno di Telecom Italia. La compagnia ha infatti avviato un dialogo con il governo per la solidarietà espansiva, necessaria a far partire il progetto. Il programma di assunzioni non faranno parte del piano che sarà presentato a Londra martedì, ma qualora il Governo dovesse finanziare la solidarietà espansiva potrebbe entrare in un aggiornamento della strategia industriale. La volontà di assumere personale giovane e nuove competenze, una necessità da sempre caldeggiata dai vertici del gruppo, non si è tradotta l’anno scorso in realtà proprio per il mancato arrivo dei fondi per finanziare la solidarietà espansiva.

Ma le novità non si fermano qui. Telecom Italia infatti riorganizza anche il business. Non cambiano le responsabilità manageriali, ma vengono modificati i perimetri di competenza. Prima c’erano due macro aree che dividevano la clientela in business e consumer.

La funzione consumer, affidata a Stefano De Angelis, seguirà ora oltre al retail anche la clientela delle aziende di piccole dimensioni. Sotto quest’area resterà ancora la parte multimedia-entertainment.

La funzione business, che segue le grandi imprese e la pubblica amministrazione, sempre sotto a Simone Battiferri, viene ridenominata Ict solutions & service platforms, con l’obiettivo di fornire anche soluzioni di information & communication technology. A quest’area fanno capo Olivetti e, con la riorganizzazione varata ieri, anche Sparkle che prima era a sé stante. Non è previsto nessun avvicendamento al vertice di quest’ultima società, che gestisce la rete di cavi internazionali, dove l’Ad Alessandro Talotta ricopre anche la carica di presidente (nè sono in agenda cda di Sparkle per cambiare assetto).

La divisione servizi di caring (affidata a Paolo Tazzioli), che era sotto la funzione operations, viene “spacchettata” rispondendo all’area Consumer & small enterprise market, mentre le attività relative alla clientela corporate confluiscono nell’area Ict solutions & service platforms.

La funzione operations, sotto la responsabilità di Giuseppe Roberto Opilio, viene ribattezzata Technology. Sotto quest’area c’è la rete di tlc, mentre Openaccess, la divisione che si occupa della rete d’accesso è già stata spostata sotto la divisione wholesale che risponde direttamente all’amministratore delegato. Quest’ultimo passaggio era stato deciso nell’ambito di un rafforzamento delle garanzie di pari trattamento per gli operatori alternativi.

Faro anche sull’IT di Telecom. Nel nuovo piano industriale di Telecom Italia è prevista anche la vendita di una quota di minoranza della società dell’informatica del gruppo.

Tramontata un’altra delle opzioni in ballo, cioè la vendita tout court dell’Information Technology, oltre alla strada più accredita della ricerca di un partner che entrerebbe con una quota che potrebbe essere, intorno al 15%, resta descritta nella strategia industriale anche la soluzione dell’efficientamento e della razionalizzazione interna. Il gruppo aveva iniziato ad esplorare gia’ da tempo varie soluzioni per la societa’ dell’It, con l’obiettivo di recuperarne competitività.

Il progetto di una vendita o di una razionalizzazione del settore informatico è ricorrente in Telecom Italia da vari anni. Nel 2010, di fronte alla prospettiva di cedere SSC-Shared service center, la controllata al 100% che allora si occupava di parte dell’informatica, il management decise una riorganizzazione più ampia del settore. Ed SSC fu riunita con la divisione It. Precedentemente Telecom aveva anche avuto un contatto con Accenture per trattare sull’ipotesi di affidare SSC a un gestore esterno. Anche nelle settimane scorse sono circolati rumor, non confermati, su un possibile interesse della multinazionale americana per l’informatica di Telecom.

Intanto a dicembre scorso è saltato l’accordo tra azienda e sindacati sulla gestione di 200 esuberi dell’IT attraverso la solidarietà. Eccedenze che, secondo l’accordo firmato a settembre al ministero dello Sviluppo economico da Telecom e dai sindacati su 2.600 esuberi complessivi, si sarebbero dovute evitare con il ricorso alla solidarietà difensiva anche per l’informatica. L’accordo al Mise non era stato firmato dalla Slc Cgil. Da inizio gennaio la solidarietà viene utilizzata nella maggior parte del gruppo Telecom. A dicembre si è, invece, preso atto della bocciatura da parte della maggioranza delle Rsu presenti nell’IT sulla proposta dell’azienda per l’informatica descritta nell’intesa al ministero. In quell’occasione la Slc Cgil ha chiesto al gruppo Telecom “un ripensamento, considerando che il futuro assetto industriale dell’IT è strategico”.

Telecom Italia Information Technology, che dà lavoro a4.500 persone, ricopre una posizione centrale nel contesto dell’informatica del gruppo soprattutto per quanto riguarda le attività operative di sviluppo SW, di gestione ed esercizio delle infrastrutture, dei sistemi e delle applicazioni del gruppo.

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