Saranno due settimane intense e determinanti per il futuro societario quelle che attendono Telecom Italia: da una parte Palazzo Chigi è chiamato a sciogliere, con la decisione attesa per il 25 settembre, il nodo del golden power rispetto alla posizione di Vivendi in Telecom, di cui la media company francese detiene il 23,9%. Dall’altro la società è chiamata a nominare i nuovi vertici societari dopo l’uscita di scena dell’Ad Flavio Cattaneo e l’affidamento dell’interim ad Arnaud de Puyfontaine, in un riassetto che ha visto entrare nel management anche Amos Genish – ex chief convergence officer di Vivendi ed ex Ceo di Gvt – a direttore operativo e in pole position per la poltrona di Ad.
Intanto ieri sera dalla riunione del Copasir sono filtrate alcune dichiarazioni del premier Paolo Gentiloni, che, stando a quanto riportato da alcuni componenti della commissione, avrebbe sostenuto che il governo è pronto a usare “tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione” l’infrastruttura di Telecom Sparkle, che avrebbe un valore che Gentiloni ha definito “strategico” per il Paese.
La decisione del comitato che a Palazzo Chigi sta lavorando sul dossier golden power, per verificare se ci siano gli estremi per l’esecutivo di bloccare o dettare condizioni sull’affaire Vivendi–Telecom, è attesa per i prossimi giorni, e potrebbe arrivare il 25 settembre. In questo quadro Vivendi avrebbe – secondo le indiscrezioni – avanzato anche la richiesta per riaprire i termini della notifica e poter così comunicare al Governo di aver assunto “un’influenza dominante su Telecom”. Se questa possibilità fosse concessa ai francesi, l’azionista di maggioranza di Tim potrebbe evitare una multa da 300 milioni di euro.
Ma l’iter in corso sul golden power potrebbe avere anche altri riflessi su Telecom: secondo un’interpretazione delle norme che sta circolando negli ultimi giorni, ripresa oggi dal Sole24ore, sia nel caso che Vivendi inoltri nei prossimi giorni la notifica al governo, sia che il comitato di Palazzo Chigi disponga l’obbligatorietà della notifica, dal momento della decisione l’operatore potrebbe vedere di fatto “congelata” ogni possibilità di movimento, in attesa che l’esecutivo faccia un supplemento di approfondimenti per capire se applicare il golden power. Fino a quando non avrà sciolto questa riserva per Telecom – ma ci sono altri pareri discordi su questo punto – potrebbe rivelarsi impossibile dare vita al nuovo assetto societario e nominare il nuovo amministratore delegato.
Intanto è attesa per oggi la decisione di Agcom sul nuovo piano messo a punto dalla società per ottemperare alla delibera dello scorso aprile e che dovrebbe preludere alla sterilizzazione del 20% dei diritti di voto in Mediaset. La bilancia, secondo le indiscrezioni della vigilia del Consiglio, vedrebbe la bilancia pendere a favore della creazione di un blind trust di diritto italiano per sterilizzare il 20% dei diritti di voto di Vivendi, oggi in Mediaset al 29,9%. Anche in caso di giudizio positivo, l’Authority continuerà a monitorare l’esecuzione del piano e l’ottemperanza alla delibera della stessa Agcom che, lo scorso aprile, ha dato a Vivendi un anno di tempo per scendere nel capitale di Mediaset o di Tim, dal momento che la presenza contemporanea alle quote attuali violerebbe l’articolo 43 comma 11 del Tusmar, testo unico per i media e l’audiovisivo.