Calano le Tlc in Borsa dopo gli aumenti di ieri trainati dalle indiscrezioni, oggi smentite, di una possibile Opa Verizon-At&t su Vodafone. Alla smentita si aggiunge anche la raffica di vendite che investono oggi l’intero comparto. Ubs ha tagliato il giudizio su alcuni big del settore, tra cui France Telecom, Telecom Italia e Teliasonera.
Telecom Italia non fa prezzo in avvio di seduta segnando un calo teorico del 5% e poi entra in contrattazione con un -4,5%. Il titolo ha rapidamente recuperato per essere scambiato a -2,82% a 0,5505 euro, per poi scivolare di nuovo a -5,38% a 0,536 euro (nuovi minimi di sempre). “Il titolo paga il downgrade di Ubs”, commenta appunto a caldo un gestore. La banca svizzera in un report sul comparto europeo della telefonia, infatti, passa a sell da buy, riducendo il target price a 0,45 euro da 1 euro. La società, secondo l’analista, è in una posizione estremamente difficile visto che deve affrontare utili in declino e investimenti in aumento mentre la pressione delle agenzie di rating cresce in un contesto macro sempre difficile. I rischi di downgrade degli utili sono materiali e questo potrebbe dare lo spunto per possibili cambi di giudizi (al ribasso) sul merito di credito della compagnia. Ubs, quindi, azzera la stima sul dividendo dell’azienda telefonica per il periodo 2013-2015. Secondo gli esperti, Telecom ha una serie di elementi di debolezza strutturali quali l’eccessiva esposizione al mercato domestico, un bilancio tirato, una struttura di controllo frazionata e un’allocazione strategica del capitale che non combacia con i problemi operativi e macroeconomici che l’azienda deve affrontare e con l’urgenza legata alla riduzione del debito. Inoltre, il management ha pochi margini di manovra e limitati spazi per le efficienze e non ha asset no-core da vendere. Il titolo di Telecom Italia ieri era salito del 2,8% sulla scia del settore in Europa.
Il report di Ubs è solo l’ultimo di una serie di note negative sulla compagnia telefonica. La scorsa settimana, infatti, anche Barclays e Bofa-ML hanno ridotto i rispettivi giudizi sul titolo con la prima che passa a equalweight e la seconda a underperform. La banca d’affari inglese, in dettaglio, ha cambiato il suo giudizio da overweight a equalweight, con target che scende da 0,85 a 0,77 euro sulle azioni ordinarie e da 0,72 a 0,66 euro sulle risparmio. Gli analisti citano la forte pressione sui prezzi in Italia per via delle politiche di sconti da parte dei competitor: “questi periodi di promozioni frequentemente lasciano il portafoglio tariffario di Telecom I. a un premio insostenibile”.
Per gli esperti è probabile che ci sarà “un re-pricing al ribasso” e questo “mette a rischio le ambizioni di crescita di lungo termine e sul leverage di Telecom”, motivo per il downgrade sul titolo. Il giudizio passa invece da equalweight ad overweight su Tim Brasil, che “offre una “reale”. crescita dei ricavi”. Le stime di Eps 2013 scendono dell’8%.
Ancora più netto il downgrade di Bank of America-ML, che ha rivisto la raccomandazione delle azioni ordinarie e di risparmio ad underperform rispettivamente da neutral e da buy (Tp limato a 0,68 euro da 1 euro per le ordinarie e a 0,6 euro da 0,9 euro per le risparmio). Gli esperti in un report dal titolo “A leveraged play on Italy” segnalano che la soluzione del gruppo al problema dell’eccessivo debito e’ stata quella di emettere altro debito. Questo aiuta a ridurre i rischi di un downgrade da parte delle agenzie di rating, ma il principale motivo – segnala il broker – è stato quello di proteggere i soci di Telco, ossia gli azionisti che effettivamente controllano Telecom Italia e per i quali l’alternativa di un grande aumento di capitale implicava la possibile perdita del controllo. Con il bond ibrido il gearing finanziario, e quindi il rischio, resta molto alto. Secondo gli analisti la peculiarita’ della struttura azionaria della compagnia rende infatti l’equity piu’ simile a un warrant di lunga durata. La struttura di capitale Telecom, entra poi nel dettaglio BofA-ML, e’ una delle piu’ estreme nel settore.
Inoltre, concludono gli analisti, la combinazione di una serie di rischi (attuale stallo politico e trend domestico negativo) rende impossibile alla banca d’affari assumere una view positiva. L’azienda, poi, sta affrontando un 2013 molto debole con i tagli delle tariffe di terminazione che stanno colpendo il business mobile e i ricavi della linea Fissa in discesa. Infine, la posizione in America Latina sta peggiorando con Tim Brasil in rallentamento e Telecom Argentina che affronta rischi macroeconomici e valutari. Bofa, conclude, segnalando che il dividendo sembra sostenibile alla luce del cash flow, ma chiedendosi allo stesso tempo se la maggiore remunerazione che ha sempre caratterizzato le risparmio possa continuare