La scissione di Telco potrà partire solo dopo che sarà stato integralmente rimborsato il debito dei soci, che ammonta complessivamente a 2,5 miliardi di euro. Proprio l’azzeramento delle passività, che dovranno essere trasformate in un finanziamento soci, sarebbe secondo quanto anticipato oggi dal Sole24ore la priorità, ribadita ripetutamente nel progetto di scissione.
Il documento fotografa gli effetti dell’operazione che sta per partire: oggi Telco ha un prestito obbligazionario di 1,75 miliardi e un finanziamento di 600 milioni erogato da Mediobanca e Intesa Sanpaolo. Prima di assegnare la quota parte di attivo e passivo alle quattro società che saranno restituite, entrambe le linee dovranno essere azzerate, ma nel concreto l’esborso per i quattro azionisti sarà limitato al solo finanziamento di Mediobanca e Intesa. L’impegno immediato sarà dunque la linea di 600 milioni, che per Telefonica si tradurrà in 435 milioni da versare nelle casse della vecchia Telco, per Generali in 127 milioni, mentre per le due banche in 48 milioni a testa. Questo permetterà di liberare i titoli Telecom Italia in pegno alle banche, che sono oggi pari al 60% dell’intero pacchetto.
Al termine di questo passaggio, ricostruisce il Sole24ore, la nuova situazione patrimoniale di Telco vedrà un attivo di 2,7 miliardi rappresentato dalla partecipazione in Telecom e un passivo rappresentato solo da un finanziamento soci. Dopo la scissione Telco resterà comunque in vita, con un attivo di 3,1 milioni e un passivo che vedrà debiti verso fornitori per 643.000 euro e un capitale sociale di 2,2 milioni.