Fusione con Telefonica o aumento di capitale. Queste, secondo indiscrezioni di stampa, le ipotesi più accreditate su cui si starebbero concentrando le discussioni in casa Telecom Italia e quelle fra l’azienda e il Governo. Il conto alla rovescia verso il 19 settembre, data in cui si terrà il cda, è già partito. Il presidente esecutivo Franco Bernabè presenterà il “piano” per l’azienda di Tlc. Nonostante le voci su un possibile ritorno in campo dell’imprenditore egiziano Naguib Sawiris e di un interessamento da parte di Carlos Slim e di At&T, l’orientamento sarebbe ben altro. Anche perché Telefonica, il socio di maggioranza di Telco, non vedrebbe di buon grado l’entrata nell’azionariato dei “cavalieri” citati.
Una soluzione però andrà trovata in tempi rapidissimi anche e soprattutto in vista del patto in scadenza il prossimo 28 settembre. Mediobanca e Generali hanno già più volte manifestato l’interesse a uscire di scena, anche se non è detto che la finestra sia quella di settembre, almeno per Generali. Dal palco del meeting di Cernobbio l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Enrico Cucchiani ha risposto ai cronisti che “Quando saremo vicini alla scadenza saprete”, aggiungendo che “il presidente di Telecom si è impegnato a presentare soluzioni a breve, dobbiamo aspettare”. Secondo Cucchiani poco conta la questione di nazionalità per eventuali nuovi entranti: “Siamo in un mondo aperto e la telefonia è il business più globale che ci sia. L’italianità non mi sembra fondamentale”.
L’azionista Marco Fossati ha però puntato il mirino in direzione del socio spagnolo, che stando a indiscrezioni si starebbe preparando a rilevare la quota di Mediobanca in Telco (11,62%) che si aggiunge al 46,18% già detenuto nella holding (Generali e Intesa Sanpaolo sono rispettivamente in quota 30,58% e 11,62%).
“Gli ostacoli politici potrebbero favorire una crescita di Telefonica, che porterebbe però a un tema di antitrust in Brasile”, commentano gli analisti di Intermonte. Per Equita Sim “una fusione Telefonica-Telecom sarebbe probabilmente una soluzione moderatamente positiva per gli azionisti nell`ipotesi di rapporti di concambio da ‘cambio di controllo’, che però non sono garantiti. Il risultato di una fusione sarebbe un debito/Ebitda sopra 2,4 volte e una situazione finanziaria un po’ stressata, con Telefonica che per Moody`s e’ Baa2 e Telecom a rischio di downgrade a junk per la stessa agenzia”. “Telefonica resta comunque chiave in questo processo”, è il parere di Akros.