MERCATO

Telecom, inizia l’era Vivendi: in primo piano le convergenze media-tlc

Il gruppo francese diventa l’azionista di riferimento della società italiana con il 14,9% del capitale. Gli analisti: “Questo potrà accelerare nuove scelte strategiche”. De Puyfontaine: “Vediamo un grande potenziale in Telecom”

Pubblicato il 25 Giu 2015

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Vivendi ha aumentato la sua quota per avere una posizione che rimpiazzi Telefonica in termini di peso, ma anche per evitare quei conflitti di interesse emersi in passato. In secondo luogo vediamo un potenziale davvero grande in Telecom Italia. Infine, crediamo che ci sia una grande opportunità per essere parte di un grande gruppo del Sud Europa. Italia e Francia sono molto simili, si dice che gli italiani sono dei francesi di buon umore”. Lo afferma Arnaud de Puyfontaine, presidente del direttorio di Vivendi, in un’intervista al Corriere della Sera, dopo che ieri il gruppo francese ha annunciato di essere salito al 14,9% in Telecom Italia.

Gli analisti di Banca Imi individuano il senso dell’operazione nel fatto che “l’ingresso di Vivendi nel capitale sociale di Telecom Italia potrebbe accelerare la strategia di convergenza tra tlc e media, a nostro avviso. Resta da vedere se e come questo cambiamento nella struttura societaria potrebbe impattare sulle altre questioni strategiche cruciali per Telecom – concludono – come lo sviluppo della banca ultralarga e il potenziale consolidamento sia in Europa sia in Brasile”.

Vivendi – spiegava ieri sera una nota della società presieduta da Vincent Bollorè – ha ricevuto 1,11 miliardi di azioni ordinarie (8,24%) di Telecom Italia, primo operatore di telefonia fissa e mobile in Italia, in contropartita del 4,5% del capitale di Telefonica Brasil, in conformità con quanto previsto all’atto della cessione di Gvt a Telefonica”, operazione che si era chiusa il 28 maggio scorso. “Separatamente il gruppo, che ha recentemente acquisito l’1,90% di azioni ordinarie Telecom Italia – proseguiva il comunicato – ha ulteriormente aumentato il 22 giugno scorso la sua partecipazione del 4,76% per un totale del 6,66%1, con un investimento complessivo dell’ordine di 1 miliardo di euro circa. Vivendi detiene oggi il 14,9% delle azioni ordinarie di Telecom Italia diventando così l’azionista di riferimento al posto di Telefonica“.

L’operazione, secondo il gruppo francese, “rientra nella strategia di Vivendi di affermarsi in un paese che condivide la stessa cultura latina e identiche radici. Tale investimento rappresenta un’opportunità per il gruppo di essere presente e svilupparsi in un mercato con significative prospettive di crescita e una fortissima richiesta di contenuti di qualità”.

Quanto a un eventuale ulteriore rafforzamento del capitale, che potrebbe portare Vivendi oltre l’attuale 14,9% del capitale di Telecom, De Puyfontaine non mette veti: “Lo dirà il tempo. Mai dire mai – sottolinea – Un tempo Vivendi era fondamentalmente una holding di partecipazioni finanziarie, oggi stiamo costruendo un gruppo industriale. E siamo pronti a investire”.

Rispetto alle intenzioni “strategiche” dell’operazione, “Faremo tutto il possibile per diventare un player importante sul mercato italiano – continua De Puyfontaine – In cassa abbiamo 10 miliardi di liquidità, che ci dà capacità di investire, agilità e velocità di esecuzione. Abbiamo una mentalità aperta, siamo pragmatici, e con un grande appetito per un mercato che offre grandi opportunità”.

Ancora da definire, secondo quanto affermato da De Puyfontaine, la questione dei membri della società francese destinati a entrare nel board di Telecom Italia: “Valuteremo – afferma anticipando che non sarà presente al Consiglio d’amministrazione del 26 giugno – quando ci saranno offerti”.

Infine la questione Sky: nelle ultime settimane si era vociferato di un interesse di Vivendi verso la pay Tv satellitare, e di incontri con Rupert Murdoch per mettere in piedi la trattativa. “Conosco personalmente Rupert Murdoch e suo figlio James – afferma De PuyfontaineSky è una grande società e non dirò mai che non ci interessa, ma non c’è stato un approccio formale. Telecom Italia ha firmato un accordo di distribuzione non esclusivo”.

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