IL CASO

Telecom, ispezione di Consob e Guardia di Finanza

Le ispezioni negli uffici di Milano e Roma per acquisire la documentazione relativa all’emissione del bond convertendo e della cessione di Telecom Argentina. Il controllo fa seguito alla denuncia di Asati. L’azienda: “Sempre operato nel rispetto delle leggi. Massima collaborazione con le Autorità”

Pubblicato il 13 Nov 2013

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“Telecom Italia sottolinea di aver sempre operato nel rispetto delle leggi e delle norme che regolano il mercato finanziario e assicura la massima collaborazione alle Autorità”: è quanto comunica l’azienda in una nota in riferimento alle ispezioni nelle sedi di Milano e Roma da parte deifunzionari della Consob e dei militari della Guardia di Finanzia per l’acquisizione della documentazione relativa alle decisioni deliberate dal Cda del 7 novembre sull’emissione del bond convertendo e la cessione della controllata Telecom Argentina.

L’ispezione di oggi si configura come un atto dovuto, dal momento che sulla questione del convertendo da 1,3 miliardi di euro varata dall’ultimo Cda e della cessione degli asset in Argentina pendeva una denuncia all’authority di Asati, associazione che rappresenta i piccoli azionisti della società.

“Il fatto di non aver indetto una gara e aver condotto una trattativa privata che va ancora perfezionata – affermavano da Asati schierandosi contro la cessione di Telecom Argentina – ci fa ritenere che l`operazione oltre ad avvenire in potenziale conflitto di interessi di Telco produrrà notevoli danni potenziali a tutti i piccoli azionisti. Un cda saggio e attento a tutela dell’interesse prima della società e anche di tutto l’azionariato, e quindi anche delle minorities – denunciano da Asati – non venderebbe mai al valore di borsa ma con un premio di maggioranza almeno pari al 30%. Calcoliamo che se andasse in porto questa scellerata operazione, ci sarebbe una perdita per la società, e di conseguenza per gli azionisti, pari a un minimo stimabile di 300 milioni di euro”.

Altrettanto dura la posizione di Asati sul convertendo: “Ci risulterebbe – scrivevano lunedì – che alle 20.25 del 7 novembre è terminato il cda, alle 23 è terminata la conference call e alle 7.40 della mattina del giorno dopo, dopo sole 9 ore notturne, in barba a tutti i soci azionisti finanziari, a cui non era arrivata la soffiata degli amici, è stato risposto ‘sei arrivato tardi non c`è più niente per te’. Il documento non poteva essere distribuito in Usa e allora chi ha riferito a Blackrock, permettendogli di sottoscrivere 200 milioni di convertendo? E quando è stato riferito? Durante o dopo il cda? Durante le ore notturne?”

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