Il Cda di Telecom Italia non procederà con l’esercizio dell’azione di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato Riccardo Ruggiero, così come già deciso per l’ex ad e vice presidente Carlo Buora. Ieri il board ha deciso, accettando la proposta dei legali, di proporre all’assemblea del 18 ottobre l’approvazione di una transazione generale con Ruggiero per 1,5 milioni di euro e con Buora per un milione di euro. In caso di mancata approvazione o di voti contrari in misura pari o superiori al 5% del capitale, verrà votata l’azione sociale di responsabilità.
“Nel corso della riunione si è preso atto della proposta di transazione generale e omnicomprensiva fatta pervenire dai legali dell’ex amministratore delegato Riccardo Ruggiero – si legge in una nota di Telecom Italia – La proposta riguarda ogni operato del Dottor Ruggiero e ogni profilo di sua possibile responsabilità sia come Direttore Generale sia come Amministratore Delegato, ivi inclusa la rinuncia da parte di Telecom Italia alla costituzione di parte civile nel procedimento penale relativo alle carte prepagate, in cui l’ex Amministratore Delegato è imputato per il reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza”.
La decisione non è piaciuta all’Asati che – come precisa il presidente Franco Lombardi – non ne fa una “questione di cifre”. “Questa linea – spiega Lombardi – compromette la possibilità di far emergere subito e in tutta la dimensione i gravi guasti arrecati dagli ex Vertici esecutivi che proprio con la proposta di patteggiamento certificano che fatti illeciti sono stati compiuti durante la gestione della società nel periodo 2001-2007, con costi accertati dovuti a quelle azioni illecite e documentati per oltre 120 milioni di euro”.
“Tra l’altro vi sono procedimenti penali ancora in corso che sveleranno i tanti risarcimenti milionari che in sede civile Telecom Italia potrebbe far fronte , come sta dimostrando anche il caso Vieri”.
“Il conflitto di interessi così appare in tutta la sua dimensione più corporativa – conclude – a testimonianza della assoluta mancanza della volontà espressa da questo Cda a fare luce completa sui veri responsabili dei disastri commessi nel periodo 2001-2007”.