L’Asati chiede uno statuto “duale” per Telecom Italia con l’obiettivo di rendere più rappresentativa la compagine azionaria. In una lettera inviata ai vertici della compagnia, alla Consob, ad Assogestioni e Findim, l’associazione dei piccoli azionisti chiede di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del prossimo 17 aprile con l’annullamento degli articoli dello statuto “riguardanti l’elezione degli Organi Sociali” e con l’introduzione di “norme allineate ad un sistema di governo coerente con l’assetto azionario a larga diffusione” ovvero il cosiddetto “duale” con l’introduzione del Consiglio di Gestione e del Consiglio di Sorveglianza.
Per il Consiglio di Gestione, si prevede un numero massimo di componenti pari a 9; un voto di lista con una soglia immodificabile dello 0,5%; riserva di un componente per gli azionisti riuniti in associazione costituita ai sensi di legge e che sia composta da almeno 1000 associati (nel caso di più associazioni prevalgono i voti ricevuti in assemblea); modalità di attribuzione degli altri membri che consentano a tutte le componenti azionarie di essere rappresentate senza “premi di maggioranza”; emolumenti decisi in assemblea secondo rigorosi criteri prestabiliti; nomina in assemblea del Presidente su proposta della lista che riceve il maggior numero di voti; nomina in assemblea dell’Amministratore Delegato su proposta della lista con un numero di voti posta in seconda posizione.
Per il Consiglio di sorveglianza si prevede un numero dei componenti pari a 7; voto di lista con una soglia immodificabile dello 0,5%; riserva di un componente per gli azionisti riuniti in associazione costituita ai sensi di legge e che sia composta da almeno 1000 associati (nel caso di più associazioni prevalgono i voti ricevuti in assemblea); riserva di un componente quale rappresentante dei lavoratori ancorché non azionisti; modalità di attribuzione degli altri membri che consentano a tutte le componenti azionarie di essere rappresentate senza “premi di maggioranza”; emolumenti decisi in assemblea secondo rigorosi criteri prestabiliti; nomina del presidente in assemblea su proposta dell’associazione di azionisti.
Altro punto da aggiungere all’odg la presentazione, discussione e approvazione del piano triennale 2013-2015 relativamente all’Italia, al Brasile e all’Argentina. “L’Asati è consapevole della soglia di possesso azionario richiesto per la presentazione di integrazioni all’ ordine del giorno di assemblee già convocate – si legge nella lettera – Si consideri che la raccolta di deleghe presso centinaia di azionisti individuali richiede modalità, mezzi e tempi incompatibili con quanto previsto e che, lo ripetiamo, la criticità della situazione aziendale, la composizione azionaria che, di fatto, non dà voce ai risparmiatori e la complessa governance in atto (rapporti tra l’azionista di riferimento Telco e il CdA dallo stesso eletto in grandissima parte) impongono una decisa presa di posizione da parte dell’azionariato proprio già in occasione della prossima assemblea”.
Secondo l’associazione “l’alternativa a ciò è la convocazione di una altra assemblea certamente a monte di una successiva assemblea per la nomina del nuovo CdA che scade alla fine del 2013”. “Riteniamo infatti scandaloso e antidemocratico andare a rinnovare il Consiglio di Amministrazione della Società che scade con l’approvazione del bilancio 2013 con lo statuto attuale”, conclude Asati.