Cosa contro il tempo per Telecom Italia per definire l’offerta da sottoporre a Vivendi per la sua controllata brasiliana Gvt. Una proposta in grado di battere l’offerta da 6,7 miliardi fatta da Telefonica. Il piano deve passare al vaglio del cda Telecom, previsto per il 26 o 27 agosto, per poi essere recapitato a Parigi, dove Vivendi riunirà il board a ruota, il 28 agosto. Alcuni tasselli stanno andando al loro posto, ma restano in campo numerose incognite.
Sono varie le ipotesi che rimbalzano sui media sull’“industrial combination” che sta mettendo a punto l’ad della società Tlc, Marco Patuano, il cuo obiettivo è la costituzione di un nuovo “campione” sudamericano da 17 miliardi di valore d’impresa, per metà operatore mobile con i 74 milioni di clienti di Tim Brasil, per l’altra metà banda larga e pay tv con il network in venti stati brasiliani portato i dote da Gvt. Il progetto – nome in codice “Centauro”, scrive il Corriere della Sera – tracciato nel corso dell’incontro avuto da Patuano con Vincent Bolloré, presidente e azionista al 5% di Vivendi, è in via di elaborazione con il direttore finanziario Telecom Piergiorgio Peluso e il capo del servizio legale Antonio Cusimano insieme alla squadra di advisor (Mediobanca di cui Vivendi è socio al 7%, Citi, Bnp Paribas e Bradesco). Lavorano a contatto con i consulenti di Vivendi-Gvt (Credit Suisse e Goldman Sachs). Per il fine settimano è previsto un nuovo incontro Bolloré-Patuano.
Fra le ipotesi allo studio quella che, in caso di alleanza con Vivendi, Telecom Italia detenga una quota di controllo del 51% della newco brasiliana composta da Tim Partecipacoes (posseduta al 67% da Tim Brasil) e Gvt. Vivendi manterrebbe il 14-15%. Allo studio i termini dell’ingresso di Vivendi in Telecom con una quota del 15-20% probabilmente attraverso un aumento di capitale riservato da portare in assemblea per avere il via libera dei due terzi del capitale presente. Vivendi diventerebbe socio di riferimento scalzando Telefonica. Lo schema è un’alleanza carta contro carta con un saldo cash per Vivendi sotto i 500 milioni. Il punto interrogativo rimane il tipo di mix migliore per scambiare azioni e attività. Tim Brasil potrebbe entrare in Gvt con una combinazione di contanti e titoli di Tim Partecipacoes mentre il pacchetto rimanente di Gvt verrebbe conferito nell’aumento di capitale Telecom Italia.
Secondo Reuters però si va facendo strada l’ipotesi che Telecom Italia possa invece detenere una quota di minoranza nella società brasiliana che nascererebbe dalla fusione GVT-Tim Brasil, contro patti che però le garantirebbero una posizione forte nella governance, mentre l’ingresso di Vivendi nel capitale del gruppo italiano sarebbe regolato da opzioni.
Sarà preponderante il ruolo dei consiglieri indipendenti al cda Telecom della prossima settimana. Previsto l’assenso dei soci italiani di Telco, Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo che dall’operazione potrebbero aspettarsi una valorizzazione più congrua per rivendere le proprie quote.
L’incognita numero uno è la reazione di Telefonica da cui ci si aspetta una controffensiva, non solo attraverso un rialzo sul prezzo, ma anche aggiungendo collaborazioni industriali.
Un altro ostacolo potrebbe venire dalle risposte che Cade e Anatel, i due antitrust brasiliani, daranno ai consulenti di Telecom sulla fattibilità di un piano che, creando un nuovo campione nazionale, potrebbe sollevare riserve.
Ieri gli analisti hanno messo sotto la lente le mosse del gruppo italiano. Secondo Nomura “con il mercato brasiliano sempre piú orientato alla convergenza dei servizi, per Telecom è imperativo competere in modo aggressivo per Gvt, anche per rafforzare il proprio appeal per qualsiasi offerente interessato a quel mercato nel medio periodo”.