Telecom Italia dà il via libera allo scorporo delle rete. “Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di Franco Bernabè, a seguito del mandato attribuito al management lo scorso 11 Aprile, concernente la definizione del percorso operativo di fattibilità per la separazione della rete di accesso di Telecom Italia si legge in una nota del gruppo – ha deliberato di approvare il progetto di societarizzazione della rete di accesso”.
Telefonica si è astenuta e Luigi Zingales, consigliere indipendente, ha votato contro. Per gli spagnoli a Roma c’era solo Julio Linares, assente Cesar Alierta, il presidente di Telefonica. Si sarebbe dunque ‘ammorbidita’ la posizione del socio industriale di Telecom che non commenta ma, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe stato da sempre contrario alla separazione della Rete temendo che la decisione, senza precedenti almeno in Europa, si ripercuota in casa propria. Per implementare il progetto servirà tempo: si parla di un anno e mezzo.
Nella nuova società confluiranno, infatti, attività e risorse relative allo sviluppo e alla gestione della rete di accesso passiva, sia in rame sia in fibra, nonché alla componente attiva della fibra rappresentata da Olt (Optical Line Termination) e Cabinet. Il nuovo soggetto garantirà a tutti gli operatori (Operatori alternativi e Telecom Italia) l’accesso alla rete fissa, applicando il modello di parità di trattamento denominato a livello europeo di “Equivalence of Input” (EoI). I servizi offerti dalla nuova società a tutti gli operatori comprenderanno, tra l’altro, l’Unbundling del Local Loop (Ull) e il Virtual Unbundling Local Access (Vula) per le reti di nuova generazione basate su architetture FttCab e Ftth.
“Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di dare mandato al management di adempiere alle formalità previste dall’articolo 50 ter del decreto legislativo 1° Agosto 2003, n.259 (Codice delle Comunicazioni Elettroniche) in materia di separazione volontaria da parte di una impresa verticalmente integrata – sottolinea la nota – Telecom Italia informerà pertanto l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni del progetto volontario di separazione della rete di accesso”.
Telecom Italia aggiornerà l’Agcom in merito ad eventuali cambiamenti del progetto che si dovessero rendere necessari, anche alla luce delle risultanze che emergeranno dalla valutazione dell’Autorità sulla portata della modifica o revoca dei vigenti obblighi regolamentari.
Telecom Italia ha già inviato una lettera ad Agcom – e per conoscenza al premier Enrico Letta e al ministero per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato e a al titolare del Mef, Fabrizio Saccomanni – per avviare la procedura di vaglio.
“Il Consiglio di amministrazione – conclude la nota – ha altresì ribadito il mandato al management (già formalizzato in data 6 Dicembre 2012) affinchè proseguano i contatti in corso con la Cassa Depositi e Prestiti per un eventuale suo ingresso nel capitale della società della rete di accesso”.
Esprimendo soddosfazione per la decisione del Cda, Asati sottolinea che la decisione sulla separazione della rete “dovrà anche essere l’occasione per portare avanti un processo di efficientamento delle strutture commerciali e tecniche che rimarranno in capo alla TI non scorporata, responsabili del business domestico ed oggi in difficoltà, proprio per recuperare quella competitività che il mercato richiede”.
“Questo – spiega il presidente dell’associazione dei piccoli azionisti, Franco Lombardi – anche per salvaguardare gli interessi complessivi di tutti gli azionisti di TI, e soprattutto delle minorities e dei dipendenti della società che oggi sono 50.000″.
Secondo Asati, il progetto di separazione della rete di accesso è “strategico per il sistema Paese che traguarda il raggiungimento degli sfidanti obiettivi posti dall’Agenda Digitale europea, recepiti di recente nell’ambito dell’Agenda Digitale italiana”.
“Essendo il mercato non a conoscenza ancora dei valori economici e della sostenibilità finanziaria dell’operazione che riteniamo essere neutrale rispetto alla situazione attuale, riteniamo che i giudizi dei vari analisti finanziari sono solo delle ipotesi, mentre rimane valido l’inizio del percorso soprattutto per l’attenuazione/eliminazione dei vigenti obblighi regolamentari imposti da Agcom, resa possibile dal miglioramento dell’assetto competitivo – puntualizza Asati – La modifica del quadro delle regole si rende necessaria anche alla luce delle best practices europee e degli stessi orientamenti formulati dal commissario Kroes mirati a garantire la stabilita dei prezzi sul rame e una adeguata redditività agli ingenti investimenti sulle reti di nuova generazione”.
“Con la separazione della rete di accesso e con la stabilizzazione del quadro regolamentare – concludono i piccoli azionisti – si creeranno i presupposti per eventuali nuovi ingressi nella newco da parte di Cdp e per il conferimento di assets, quali quelli di Metroweb e Infratel”.
Il Cda di Telecom Italia si riunirà il prossimo 5 giugno per analizzare il dossier 3 Italia.